Agenpress – “Accanto alla gestione dell’emergenza sul piano sanitario, c’è una fase di emergenza economica che comincia e sarà durissima. Su questa dobbiamo essere più incisivi e più bravi per evitare che la più grande crisi della storia repubblicana diventi una catastrofe dal punto di vista occupazionale. Alla politica compete l’onere di indicare una strada che serve per superare la crisi che stiamo attraversando”.
Così il vicepresidente della Camera Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Italia Viva, ospite su Radio Cusano Tv Italia.
“Io penso sempre a quei milioni di italiani che si sono fatti due mesi di quarantena, non tutti in case belle e grandi e con i comfort, e pensando a questi italiani dobbiamo fare in modo che la barca non finisca sugli scogli. Bisogna dare fiato alle imprese che devono ripartire, vanno rimesse in pista, se perdiamo la componente del turismo nella nostra economia faticheremo tantissimo”.
Riguardo i dati sui nuovi contagi. “Abbiamo una carenza di dati impressionante. Io vorrei sapere chi sono questi nuovi infettati. Sono persone che lavorano in ospedale, in una casa di riposo? E’ indispensabile sapere come si sono infettate queste persone. L’ho detto anche a Conte in aula, per analizzare un modello matematico non basta avere l’esito di uno studio, servono i dati, le formule, per valutare se quel modello matematico è adatto. Il numero più importante che dobbiamo guardare, accanto a quello dei deceduti, è il numero dei ricoverati in terapia intensiva che per fortuna sono scesi notevolmente. Il rischio che abbiamo davanti dobbiamo affrontarlo con prudenza, ma con la consapevolezza che dobbiamo conviverci col virus e non possiamo rimanere chiusi”.
Sulla possibilità di aperture differenziate per regioni. “Noi il 27 marzo con Renzi abbiamo lanciato l’allarme che bisognava cominciare a pensare alla riapertura. Con un dpcm si fa il lockdown, poi per riaprire ci vuole l’impegno degli imprenditori. Dobbiamo consentire che le imprese arrivino in vita alla riapertura. Ci vogliono poche regole e chiare da dare alle imprese, dopodichè che uno sia a Napoli o Bari può riaprire. Ci possono essere zone più problematiche dove serve maggiore prudenza, però ci vogliono le regole e vanno chiarite subito.
Sulle mascherine. “Giusto che ci sia un prezzo contingentato, ma se c’è un’azienda che cerca queste mascherine a 50 centesimi, il rivenditore gli dice che non ce l’ha e gli vende magari le fp2 che costano di più. Dobbiamo fare in modo che questi prodotti vengano prodotti in Italia e fare controlli per evitare che ci siano speculazioni. Sulla Protezione civile apriremo una discussione tra qualche mese sul perchè i dispositivi di sicurezza siano arrivati così in ritardo”.