L’amministratore delegato di Sace Latini strapazzato in Parlamento dalla presidente Ruocco come uno studente rimandato alla nuova sessione di esami: la Commissione banche è insoddisfatta, faccia mente locale con calma e fornisca per iscritto risposte più puntuali
Agenpress – “Stiamo valutando”, “è all’attenzione”, “lo stato dell’arte”, “la tempistica attesa”, “il disegno del processo… logica agevolativa”. In remoto, interrotto da rumori di fondo simili a quelli di una nave che entra in porto, ieri mattina è apparso in video conferenza nella Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto davanti alla Commissione banche un damerino che si continua a stropicciare gli occhi per la levataccia e inanella una banalità dietro l’altra con una cantilena monocorde.
Questo damerino, abbiamo appreso, si chiama Pierfrancesco Latini, è l’uomo che il Capo di Cdp, Fabrizio Palermo, ha ostinatamente voluto alla guida della Sace come amministratore delegato. Soprattutto è l’uomo al quale il Tesoro della Repubblica italiana ha voluto affidare le chiavi della cassaforte dell’operazione liquidità del Paese.
Questo signore è stato liquidato, il bisticcio di parole è voluto, dalla Presidente della Commissione delle banche, Carla Ruocco, con le seguenti parole: “nelle risposte la Commissione è insoddisfatta, se fa mente locale con più calma e può fornire risposte più puntuali…” Pausa della Presidente, che lo ha appena trattato come uno studente rimandato alla successiva sessione di esami, e arrivano altre parole che sono pietre: “la vaghezza, alcune banche, non è quello che si aspettavano i colleghi. La farò contattare dai miei uffici, fornirà risposte scritte più dettagliate e le faremo sapere se ci sono ulteriori osservazioni alle sue risposte. La seduta è sciolta”. Il damerino dice: va bene.
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