Agenpress – Gas lacrimogeni nel quartiere di Causeway Bay, mentre centinaia di persone marciavano in strada per protestare contro la legge sulla sicurezza nazionale in discussione al Congresso del popolo di Pechino, accusato di infliggere un colpo letale all’autonomia dell’ex colonia.
Stando ai media locali, le forze dell’ordine di Hong Kong ha arrestato almeno 150 persone per manifestazione non autorizzata. Sulla sua pagina Facebook, riportava invece 120 arresti ufficiali. Gli ultimi casi sarebbero collegati ai tafferugli in corso a Wanchai. Gli agenti, in tenuta antisommossa, hanno caricato, usato spray urticanti, gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere le migliaia di persone scese in strada a protestare contro la legge sulla sicurezza nazionale all’esame a Pechino del Congresso nazionale del popolo.
Secondo i manifestanti la proposta di Pechino è una minaccia alle libertà civili ed è destinata a mettere fine al principio “Una Cina, due sistemi”. A migliaia si sono uniti alla protesta di piazza e le forze del’ordine hanno cercato di disperdere i dimostranti, oltre che con i lacrimogeni, anche con lo spray al peperoncino e i cannoni ad acqua. Alcune persone a volto coperto hanno eretto in strada barricate improvvisate per bloccare il passaggio dei mezzi della polizia.
Gli attivisti si sono riuniti in due punti principali: presso il grande magazzino Sogo di Causeway Bay e al Southorn Playground di Wanchai a partire dalle 13 locali (le 7 in Italia), al fine di dare vita a una marcia non autorizzata per dimostrare alla comunità internazionale che gli “hongkonger” hanno ferma determinazione nella lotta per la democrazia.
La polizia si è fatta trovare pronta in assetto antisommossa e ha inizialmente ordinato alla folla di disperdersi. Gli attivisti hanno scandito slogan come “Niente rivoltosi, solo tirannia”.
Alle 14:24 locali è stato lanciato il primo gas lacrimogeno all’incrocio tra Hennessy Road e Percival Street. L’attivista di Power People Tam Tak-chi era stato arrestato solo pochi minuti prima mentre conduceva quello che chiamava un “discorso sulla salute” fuori dal grande magazzino Sogo, sostenendo che tali assembramenti erano esenti dalle regole anti-coronavirus che vietano le riunioni di più di otto persone.
Pechino, con la nuova legge sulla sicurezza nazionale, vorrebbe “istituire un quadro giuridico e un meccanismo di applicazione migliorati per la protezione della sicurezza nazionale a Hong Kong”, ha spiegato Zhang Yesui, portavoce del Congresso nazionale del popolo. Questo significa che la Cina punta a controllare più che in passato l’ex colonia britannica, che finora ha goduto di un sistema ad amministrazione straordinaria che le dava maggiore autonomia rispetto alle province cinesi. Una decisione che potrebbe avere pesanti ripercussioni sulle manifestazioni di piazza a Hong Kong. Proteste che, come mostrano anche le immagini di oggi, hanno già portato ad arresti e scontri violenti con la polizia.