Agenpress – È in corso dalle prime ore di questa mattina una vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, finalizzata all’esecuzione di 10 ordinanze di custodia cautelare – 9 in carcere e 1 agli arresti domiciliari – emesse nei confronti di altrettanti soggetti, affiliati alle cosche Rosmini e Zindato di Reggio Calabria, ritenuti responsabili, a vario titolo e con ruoli diversi, di associazione mafiosa e concorso esterno in associazione mafiosa.
Gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria, coadiuvati dagli operatori del Reparto Prevenzione Crimine, stanno eseguendo anche perquisizioni e sequestri di alcune imprese.
Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, gli investigatori della Squadra Mobile hanno arrestato alcuni elementi di vertice e componenti della cosca Rosmini (Giordano Francesco, Alampi Nicola, Crisalli Salvatore Claudio inteso “Peppe”) e Zindato (Missineo Demetrio, Richichi Rocco), nonché il Dirigente Responsabile pro tempore dei servizi cimiteriali del Comune di Reggio Calabria Manglaviti Carmelo, ritenuto responsabile di aver favorito la cosca Rosmini nei processi di imposizione del monopolio sui lavori edili all’interno del cimitero di Modena, assurgendo ad uomo chiave nello scacchiere del sodalizio criminale.
Il Funzionario comunale è accusato di aver permesso al referente imprenditoriale della cosca Francesco Giordano e agli altri sodali Salvatore Claudio Crisalli inteso “Peppe” e Massimo Costante di operare indisturbati – senza essere titolari di alcuna ditta – nella realizzazione di ogni lavoro edile all’interno del cimitero di Modena, consegnando sostanzialmente agli uomini della cosca Rosmini l’intero plesso cimiteriale, mettendo a loro disposizione i suoi sottoposti e la sede degli uffici comunali, all’interno del cimitero, che di fatto era diventata la base amministrativa degli uomini dei Rosmini (Francesco Giordano e Salvatore Claudio Crisalli) dove, questi ultimi, in diverse occasioni, ricevevano clienti, stipulavano accordi, formalizzavano vendite con i privati cittadini che richiedevano interventi edili all’interno della struttura cimiteriale.
“Cemetery Boss” è il nome che gli investigatori L’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria ha consentito di fare luce sugli interessi economici dei Rosmini nel settore delle attività edilizie sul territorio di influenza e in particolare nei lavori all’interno del cimitero di Modena dove gestivano, in condizioni di monopolio, le attività relative alla tumulazione e estumulazione delle salme, all’edificazione e ristrutturazione delle cappelle funerarie, con l’esclusione di qualsiasi altra ditta che non fosse da loro autorizzata. Le indagini sono state condotte dagli investigatori della Polizia di Stato con l’irrinunciabile supporto delle intercettazioni e con l’apporto delle dichiarazioni dei collaboratori di Giustizia, grazie alle quali è stato possibile portare alla luce il pericoloso ed articolato intreccio imprenditoriale – mafioso che ha determinato il graduale potenziamento della cosca Rosmini nell’ambito della ‘ndrangheta unitaria.