AgenPress – “Rocco Casalino è al centro di una bufera mediatica: la filiale di banca dove il suo compagno convivente ha il conto avrebbe formulato una segnalazione all’unità anti-riciclaggio della Banca d’Italia: la ragione? Discrepanze tra le entrate a regime di quel conto e alcune movimentazioni.
Josè Carlos Alvarez avrebbe perso circa 18mila euro su due piattaforme di trading on line Plus500 e Fortissio. Chi è estraneo a questo mondo potrebbe farsi impressionare.
Addirittura si è paventato che il compagno di Rocco Casalino, visto il delicato incarico ricoperto da quest’ultimo, avrebbe “speculato” sui mercati sfruttando informazioni privilegiate. Possibile? Oh sì che sarebbe possibile”.
Lo scrive in un lungo post su Fb, Antonino Monteleone, l’inviato de Le Iene che più volte, nei mesi scorsi, si è occupato di Giuseppe Conte e in particolare dei suoi rapporti con lo studio Alpa.
“Ma chi specula grazie a informazioni di mercato privilegiate, state tranquilli, non userà mai né Plus500 né Fortissio. Ma soprattutto non perderebbe 18mila euro come quel pollo di Josè.
Per capire cosa è successo bisogna sapere come funzionano queste piattaforme, solo una volta capito questo, osservando l’intera vicenda, vi accorgerete che è investita da tutt’altra luce.
Sfruttiamo questa storia per parlare brevemente – e non esaustivamente – di un mondo pieno di gente che ci rimette quattrini.
I fatti che sono stati raccontati dai giornali negli ultimi due giorni per crocifiggere Rocco Casalino ci offrono l’occasione per parlare di un tema poco dibattuto nel nostro paese.
Ci concentriamo spesso sui danni che fanno i giochi e le scommesse e non si parla mai del trading online che attira migliaia e migliaia di persone anche grazie a pubblicità invasive e ingannevoli che fanno leva sulla formula “piccolo investimento iniziale, ampie possibilità di guadagno”.
Il trading on-line, per chi non è esperto, è una bestia nera.
È un mercato che si basa sui CFD. Contratti per differenza. Pensi di “aver comprato”, che ne so, Apple. In realtà hai comprato un contratto che è legato all’andamento di quel titolo e che offre una vincita o una perdita a seconda del tipo di scommessa. Perché un CFD è una scommessa sull’andamento del titolo al quale si riferisce.
E si può scommettere sul rialzo (long) o sul ribasso (short).
Ed è possibile, con 1000 euro, acquistare l’equivalente di 100000 euro di quel prodotto. Esponendosi però alle eventuali perdite non solo del capitale iniziale, ma (anche) fino alla concorrenza del massimo della leva. In questo caso 1:100.
Le piattaforme scrivono a caratteri molto piccoli sui loro siti che “L’80% degli investitori perdono denaro a causa delle negoziazioni in CFD”.
Anche perché scrivere in Home Page “Benvenuti Polli, adesso vi spenniamo” pare brutto.
Cerco di elencare brevemente le insidie principali di queste piattaforme.
BUROCRAZIA
Una volta iscritti riceverete diverse richieste di “integrazioni” documentali a pena di “blocco dei fondi” o peggio di “segnalazioni alle autorità di vigilanza bancaria”. Capita che spesso queste piattaforme ritengano insufficienti i vostri documenti e bloccano il conto sia dalla chiusura che dal prelievo di capitale. Guarda caso, finché versate soldini non se ne accorgono.
CAPITALE
Regola generale: con pochi soldi duri come un sedicenne al suo primo rapporto sessuale.
Poi c’è il meccanismo della “leva finanziaria”: il meccanismo della “leva finanziaria” funziona a vantaggio dell’investitore se la quantità di denaro movimentata è altissima. Nell’ordine di CENTINAIA DI MIGLIAIA di euro.
Diversamente accade sempre che una fluttuazione del titolo acquistato, anche di pochi secondi, sia sufficiente ad azzerare l’intero capitale disponibile, o addirittura, ci obblighi a saldare un doloroso scoperto.
PSICOLOGIA
Giocare in borsa su queste piattaforme è sempre una fregatura per l’utente inesperto per via di un banale, ma fondamentale, aspetto psicologico.
Le perdite innescano un meccanismo difensivo che spinge – nella convinzione di limitare le perdite o, peggio, poter “rientrare” da perdite precedenti – a mosse che sembrano prudenti, ma che in realtà sono in contrasto con la “razionalità” del mondo del trading.
La paura di perdere fa entrare il giocatore in una spirale dalla quale si esce solo perdendo tutto.
Ci sono molti altri aspetti che si potrebbero approfondire, ma non è il mio mestiere.
Qui c’è da capire se Rocco Casalino ha fatto qualcosa di illecito e mi pare evidente che l’unica sua colpa è stata quella di avere aiutato il compagno in difficoltà economica, quando si è trattato di piccoli versamenti tra due persone che convivono.
E di avere quindi messo in contatto il suo rapporto bancario con quello del compagno che “trafficando” con poca prudenza i versamenti tra il suo conto corrente e la carta di credito ricaricabile ha acceso le spie di controllo della sua banca.
Qui piccola riflessione: molto bene la banca nel suo comportamento. Ma mi permetto di osservare che se questa solerzia fosse sistematicamente adoperata avremmo risolto il problema del riciclaggio di denaro che in Italia non mi sembra una questione secondaria.
Come non mi sembra secondario come sia stato possibile che informazioni così delicate, riferite alla posizione bancaria di un privato cittadino (il compagno di Casalino), siano finite sui giornali.
Sono un giornalista anch’io e non mi sorprendo che siano “una notizia” perhché chiunque l’avesse avuta l’avrebbe pubblicata, ma mi inquieta quel tipo di “spiffero” su una situazione oggettivamente trascurabile.
Ora va bene fare le pulci al Governo, staff compreso, senza sosta. E Rocco Casalino è testimone di quanto e quante volte gli rompo i coglioni. Ma pur riconoscendo la bravura dei colleghi autori dello “scoop” devo dire che si è persa una buona occasione per parlare un tema più grande pur di tirare uno schiaffetto al portavoce del Presidente del Consiglio.
1) Rocco Casalino e il suo compagno non hanno speculato sfruttando informazioni privilegiate.
2) Rocco Casalino e il suo compagno non sono coinvolti in alcuna attività di “riciclaggio”.
3) Il trading online su piattaforme improvvisate, fuori dai sistemi offerti dalle banche, è un modo per approfittare della scarsa conoscenza di investitori improvvisati.
4) Chi sfrutta veramente informazioni privilegiate e fa i soldi veri non lo scoprirete mai leggendo i giornali italiani.
5) La “notizia” (ovvero i guai del compagno del portavoce) esiste, ma è quella di un ragazzo tra migliaia, appena trentenne, fregato dalla réclame del trading online.