Referendum. Cangini (FI). “Ora in parlamento entreranno solo yes man e lobbisti”

Agenpress – “Non ho mai pensato di poterlo vincere questo referendum, anche perché tutti i partiti, ad eccezioni di quelli di Calenda e Bonino, erano più o meno esplicitamente per il sì. Tutte le tv erano dalla parte del sì, i dati dell’Agcom dicono che non è stata rispettata neanche la par condicio, è stato avvantaggiato il fronte del sì. Con questo taglio, come ha detto giustamente Sabino Cassese, in parlamento entreranno solo yes man e lobbisti. Ora tutti parlano di riforme necessarie per bilanciare questo scriteriato taglio di rappresentanza”.

Così Andrea Cangini, senatore di Forza Italia,  intervenuto ai microfoni di Cusano Italia Tv sul risultato del referendum.

“Al di là del M5S che ne aveva tutto l’interesse, con un’operazione bieca che delegittima il Parlamento, l’assurdo è rappresentato da tutti gli altri che per vigliaccheria, per paura dell’impopolarità hanno fatto finta di condividere una riforma che non ha alcun senso costituzionale e che è lesiva dell’onore e della dignità del parlamento e della politica. Se Salvini e la Meloni non fossero rimasti imbrigliati dalla loro stessa demagogia l’avremmo vinto questo referendum. Se l’obiettivo è far cadere un governo che si considera dannoso per il Paese si vota no e basta. Il referendum l’ha vinto il M5S, è ridicolo e veramente imbarazzante che Zingaretti, Meloni e Salvini facciano finta di aver vinto, ha vinto Di Maio e tutti gli altri si sono adeguati alla sua sottocultura antipolitica, pensando di averne qualche convenienza”.

Sulle regionali. “E’ andata malissimo. E’ da inizio legislatura che sostengo che Salvini non ha le qualità per essere il leader della coalizione e neanche le qualità per essere uomo di Stato, come credo abbia dimostrato in quell’anno di governo. E’ stato molto ridimensionato da queste elezioni regionali. In Veneto la lista del candidato Zaia ha preso molti più voti della lista della Lega, in Toscana il candidato è stato scelto dalla Lega sbagliando, perché era una regione contendibile ma non con un candidato estremista. Come aveva fatto in Emilia Romagna, ha scelto un candidato fortemente marcato Lega ed è andata come era logico che andasse. Forza Italia deve fare Forza Italia, deve smetterla di assecondare ogni capriccio di un leader che dimostra chiaramente di non voler essere il capo della coalizione. Non era così quando i rapporti di forza erano diversi. Le alleanze si basano sul rispetto e sulla fiducia, se tu cerchi continuamente di cannibalizzarmi e prendi iniziative senza neanche interpellarmi, non funziona. E soprattutto non funziona se non vinci sempre, quando cominci a perdere diventa intollerante”.

Sul Recovery fund. “L’arrivo dei soldi dall’Europa è un rischio che stiamo correndo. In teoria è un grande vantaggio, ma se verranno spesi come sono stati spesi finora dal governo sarà la rovina del Paese perché il debito pubblico nell’arco di due anni raggiungerà il 180%. O riusciamo ad utilizzare queste risorse per far crescere il pil in maniera proporzionata all’aumento del debito o sarà la rovina del Paese. Altro che Troika a quel punto”

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