Conte all’Onu. Ripensare il nostro mondo, renderlo più sostenibile, più verde, più digitale

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AgenPress – “L’Italia è stato il primo Paese in Europa e in Occidente che si è trovato a fronteggiare questa emergenza su larga scala. Il nostro Paese è divenuto simbolo di uno sforzo collettivo, umano prima ancora che sanitario e politico, portato poi in dote all’intera comunità internazionale”.

Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervenendo in video alla 75ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

“Nelle settimane di profonda emergenza, l’Italia ha toccato con mano il sostegno e la vicinanza della comunità mondiale. Tante le manifestazioni di solidarietà e di assistenza e tanti, lo voglio sottolineare, gli attestati che hanno riconosciuto la forza, la resilienza e il coraggio dei miei concittadini a cui, anche in questa sede, sento il dovere di dire ‘grazie’ per il grande senso di responsabilità dimostrato”.

“Oggi sono orgoglioso non solo che l’Italia, con i suoi scienziati, ricercatori e le sue aziende, sia protagonista in alcuni dei progetti più avanzati per la ricerca del vaccino. Mi rende orgoglioso in particolare poter dire anche che il nostro contributo e la nostra ricerca saranno patrimonio collettivo: il vaccino sarà messo a disposizione di tutti i popoli. Non possiamo permetterci di guardare al futuro del Pianeta e dei nostri figli con egoismo, ignorando il fatto che la tutela della salute rischia, in diverse, troppe parti del mondo, di essere un lusso”.

“L’Unione Europea ha capito la portata della sfida: ripensare il nostro mondo, renderlo più sostenibile, più verde, più digitale, più inclusivo. ‘Next Generation Eu’ rappresenta, insieme alle misure della Banca Centrale Europea, un’opportunità storica per porre l’Europa come punto di riferimento imprescindibile del partenariato globale verso nuove prospettive”, dice ancora il premier. “L’annuncio fatto la scorsa settimana dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, di un ‘Global Health Summit’ nel 2021 in Italia proprio durante l’anno della Presidenza italiana del G20, è la testimonianza di questa volontà fattiva. Sarà un momento di coordinamento e al tempo stesso la dimostrazione tangibile di una rinnovata coesione multilaterale, improntata al perseguimento del benessere collettivo. Un passaggio decisivo di quel protagonismo della comunità internazionale che auspichiamo con grande speranza”.

“Siamo ben consci della responsabilità che, con la Presidenza del G20, ricadrà sul nostro Paese nel guidare gli sforzi globali. Soprattutto, non ignoriamo la particolare fase storica che vive la comunità mondiale, al cui interno si inscriveranno i lavori di questo importante consesso. Crediamo fermamente che il prossimo G20 in Italia possa assumere la valenza di momento di rinascita collettiva, divenendo l’occasione per cementificare quel senso di comunità che ogni nazione ha avuto in gestazione durante il periodo buio della pandemia. Possiamo recuperare la sinergia e la fratellanza necessarie per trasformare la tragicità di quanto accaduto in un’opportunità di riscatto, di rilancio. E immaginare, insieme, un Nuovo Umanesimo che rimetta al centro il valore dell’Uomo”.

“La società che vogliamo ricostruire dopo la pandemia dovrà essere centrata innanzitutto sulla promozione, sulla tutela della dignità umana, in tutte le sue forme, senza distinzioni, senza esclusioni. Per questo l’Italia continuerà a porre al centro della sua azione di politica estera la tutela dei diritti inalienabili dell’uomo in tutte le sedi internazionali, a partire dal mandato che attualmente svolge – quale tangibile testimonianza del proprio impegno in prima linea – in seno al Consiglio Diritti Umani”. sottolinea il premier. “Nostra iniziativa distintiva in questo campo è tradizionalmente quella per la fine delle esecuzioni capitali”, ha aggiunto il presidente del Consiglio.

“Quest’anno in Assemblea Generale viene presentata l’ottava risoluzione per una moratoria universale sull’uso della pena di morte. Ricordo che la pena di morte fu abolita per la prima volta nel mondo nel 1786, nel Granducato di Toscana. Questa sensibilità è nella nostra tradizione storica. E la prima bozza di Risoluzione per una moratoria universale venne presentata proprio dall’Italia, nel 2007. Questa battaglia – dicevo – è nel nostro patrimonio culturale e civile nazionale. Ci auguriamo che la Risoluzione registri un consenso sempre più ampio”.

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