AgenPress – “È stato un Biden spento, senza mordente, quello che si è presentato ai telespettatori americani contro un Trump, apparso sì molto teso e preoccupato, ma come al solito tracotante e invadente che ha inteso imporsi anche fisicamente contro il suo contendente ma che, a mio parere, pur vincendo il dibattito – riflette Luciano Nardi, uno tra i più noti pubblicitari italiani e riconosciuto e premiato con i massimi premi a livello internazionale – non è, per un’errata strategia, riuscito a tornare a casa col risultato necessario. E quindi ha perso.”
“Nel corso dei novanta minuti a disposizione, confusionari e mal mediati dal giornalista di FOX, Biden di fatto ha, lo dico dal punto di vista mediatico – continua Nardi – balbettato verbalmente e fisicamente. La sua postura, molto studiata – e comunque il fatto che lo si percepisca perfettamente – non è una buona cosa al punto da non essere particolarmente empatica, così come il suo brandire debolmente un pugno, a corredo, però, di un tono di voce piatto poco deciso e senza enfasi, con una mimica facciale molto trattenuta e incerta nel guardare in camera (più e più volte gli è caduto lo sguardo al suolo).”
“La cosa positiva di Biden è che si è ‘ricordato’ che era li per parlare alla gente”. In questo l’attuale Presidente degli USA, infatti, secondo il parere del pubblicitario, ha invece completamente sbagliato strategia. “Ha bullizzato il contendente con foga e quasi-rabbia, in un cliché già visto nei precedenti faccia a faccia con Hillary Clinton, solo che allora era l’outsider, ieri era il Presidente. Quindi avrebbe, forse, dovuto ricoprire Biden non solo di slogan, di interruzioni e spallate, bensì di dati, numeri e fatti circa il suo operato anziché limitarsi a battute del tipo ho fatto io più in 47 mesi che tu in 47 anni.”