AgenPress. Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’imprenditore e gli altri” condotta dal fondatore dell’UniCusano Stefano Bandecchi su Cusano Italia Tv (ch. 264 dtt).
Riguardo alla sperimentazione dei vaccini sugli under 16. “In una fase pandemica ci si è concentrati giustamente sulla popolazione adulta, però sono attualmente in corso sperimentazioni per valutare l’efficacia, ma soprattutto la tollerabilità del vaccino sui più giovani –ha spiegato Scaccabarozzi-. Ci vorrà ancora qualche mese prima della fine di questi studi, bisognerà arrivare a produrre una casistica importante”.
Sulla produzione dei vaccini in Italia. “Il nostro Paese da sempre ha partecipato alla corsa per la ricerca e alla produzione dei vaccini, lo stiamo vedendo anche con il tavolo strategico che è stato approntato dal ministro Giorgetti al Mise. Noi abbiamo una produzione molto importante per i vaccini di origine batterica, per il Sars Cov2, che è un virus nuovo, ci vogliono macchine particolari, non ce ne sono molte nel mondo. Non è come produrre un farmaco di sintesi chimica, questi sono prodotti biologici. Tutto il processo dura dai 4 ai 6 mesi, per alcuni vaccini si può arrivare anche a un anno. Già ci sono un paio di vaccini che hanno una parte della produzione in Italia, ad Anagni. Con il Mise abbiamo scandagliato tutte le aziende di Italia per trovare dei bioreattori che potessero essere compatibili, modificabili, poi abbiamo dato questo elenco al Mise, il ministro ha contattato le aziende e 4 di loro potrebbero essere in grado di produrli in tempi rapidi, entro l’inizio del prossimo anno”.
La Lombardia non utilizzerà più Astrazeneca per fare nuove vaccinazioni. “Credo che sia una scelta logistica. Molti cittadini hanno ricevuto la prima dose, per non correre il rischio di non avere dosi sufficienti per i richiami, alcuni hanno deciso che le scorte che hanno le utilizzeranno per le seconde dosi”.
Sul vaccino contro l’Aids. “Ci siamo vicini, ci sono studi promettenti in corso. Purtroppo però la ricerca è così, non possiamo avere la certezza di sapere come e quando ci arriviamo”.