AgenPress. Secondo la stima di Federdistribuzione, dall’inizio della pandemia, per via della chiusura nei weekend, i centri commerciali e gli outlet hanno registrato oltre 40 miliardi di perdite, 8 miliardi di entrate in meno nelle casse dell’erario.
“Dati disastrosi” commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Sposiamo in toto le ragioni della protesta di oggi dei centri commerciali. Il fatto che siano l’unico settore a non avere nemmeno in calendario una possibile data di apertura grida vendetta. Una scelta priva di motivazione scientifica, visto che non sono a rischio assembramento come può accadere per la movida notturna e il coprifuoco, più difficilmente controllabile. Nei centri commerciali basta regolare gli ingressi e fare le code come si faceva nel marzo del 2020 per avere il giusto distanziamento” prosegue Dona.
“Peraltro ora è sempre obbligatoria la mascherina, mentre non era prevista a marzo e aprile 2020, visto che l’obbligo di usarla nei luoghi al chiuso accessibili al pubblico scatta solo dal 4 maggio 2020. Se a questo si aggiunge che i centri commerciali decongestionano le vie centrali delle città, il quadro è completo. Il Governo ci deve ripensare, senza se e senza ma” conclude Dona.