AgenPress – La Commissione Ue ha dato il via libera al piano nazionale di ripresa e resilienza della Germania, che porterà nelle casse del Paese 25,6 miliardi di euro in sovvenzioni. “Questo piano contiene misure essenziali che sosterranno la Germania per farla uscire più forte dalla crisi del Covid-19. Le riforme e gli investimenti delineati contribuiranno alla digitalizzazione e alla decarbonizzazione dell’economia tedesca in modo che sia meglio preparata per il futuro”, ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, giunta a Berlino dalla cancelliera Angela Merkel per annunciare l’approvazione del Pnrr. Una volta ottenuto il via libera del Consiglio, la Germania potrà subito ricevere come pre-finanziamento 2,3 miliardi di euro, pari all’8,7% della sua dotazione.
La Commissione ritiene che il piano della Germania includa un’ampia serie di riforme e investimenti complementari “che contribuiscono ad affrontare tutti o un sottoinsieme significativo dei problemi economici e delle sfide sociali delineate nelle raccomandazioni specifiche della Ue”.
“Il piano rappresenta una risposta globale e adeguatamente equilibrata alla situazione economica e sociale della Germania, contribuendo in modo appropriato a tutti e sei i pilastri” indicati nel regolamento del Next Generation Eu, sottolinea Bruxelles, osservando anche che Berlino ha fornito “dettagli sufficienti su come le autorità nazionali preverranno, individueranno e correggeranno i casi di conflitto di interessi, corruzione e frode relativi all’uso dei fondi”
Il piano di Berlino destina almeno il 42% della sua dotazione totale a misure a sostegno degli obiettivi climatici. Ciò include misure per la decarbonizzazione dell’industria, con un focus particolare sull’idrogeno rinnovabile, investimenti nella mobilità sostenibile (2,5 miliardi saranno utilizzati per sostenere l’acquisto di auto elettriche), nonché per la ristrutturazione degli edifici residenziali (altri 2,5 miliardi) per migliorarne l’efficienza energetica. Alla transizione digitale è invece destinato almeno il 52% delle risorse, con misure a sostegno della digitalizzazione dei servizi pubblici, soprattutto in ambito sanitario, e delle imprese, ma anche investimenti sul capitale umano e nelle tecnologie avanzate, come il cloud e la microelettronica, con un occhio di riguardo anche per la digitalizzazione dell’istruzione.