AgenPress. “Stiamo assistendo all’approvazione, che avviene addirittura di domenica e con tanto di fiducia, della riforma del processo penale mentre al Senato si apre il cantiere sul processo civile. C’è però qualcosa che ‘droga’ il dibattito, sia in riferimento alla legge delega sul penale che a quella sul civile, e che è tempo di chiarire una volta per tutte – sono parole di Fiammetta Modena di Forza Italia, membro della commissione giustizia di Palazzo Madama – queste non sono riforme che rappresentano la panacea di tutti i mali in assoluto, ma sono riforme che hanno lo scopo di sostenere l’obiettivo che il Recovery – un atto concordato da Parlamento, Governo e Commissione Ue – ha dato all’Italia per la crescita del Paese, ovvero la riduzione dei tempi dei processi e la riduzione dell’arretrato”.
“Quindi – aggiunge Modena – le norme più importanti paradossalmente non sono quelle di cui si è discusso dappertutto – come la prescrizione – ma quelle che riguardano la digitalizzazione dei processi e l’eliminazione dei tempi morti, contenute sia nella delega del civile che del penale. Perdere di vista questo obiettivo significa fare un dibattito surreale, che non c’entra nulla con l’obiettivo che dobbiamo raggiungere”.
“Non ci dimentichiamo che la Corte europea dei diritti dell’uomo ci ha condannato per la lunghezza dei tempi dei processi” sottolinea la parlamentare azzurra, ricordando la legge Pinto, che riconosce a coloro che hanno dovuto affrontare un processo di durata irragionevole la possibilità di richiedere un’equa riparazione, individuando in sei anni la durata ragionevole di un processo: “Questo è un processo equo, giusto, ragionevole e sostenibile per un cittadino e un’impresa – conclude l’esponente forzista – Questo è l’obiettivo, tutto il resto rischia di essere una battaglia, anche di retroguardia, di carattere ideologico”.