AgenPress – “Anni di errori nella gestione della compagnia di bandiera, insieme alle inevitabili misure adottate dal Governo per contrastare la diffusione del virus Sars Cov 2 hanno generato ripercussioni molto pesanti che hanno profondamente segnato il settore del trasporto aereo ma anche il trasporto locale, il commercio, le manutenzioni, i servizi, l’assistenza a terra e tutto l’indotto. Più di 40mila addetti sono ora in grandi difficoltà e per migliaia di loro, provenienti da Alitalia, la prospettiva è la perdita del posto di lavoro e del reddito: un disastro! “.
E’ quanto sostengono i lavoratori Alitalia in piazza questa mattina, a Roma, in piazza San Silvestro, dopo le manifestazioni di ieri e l’altro ieri, per evitare che “una situazione da grave possa diventare drammatica”. I sindacati confederali che hanno promosso le mobilitazioni di questi giorni chiedono a gran voce – come ribadito in una nota – “l’estensione della cassa integrazione almeno fino al 2025, il mantenimento del CCNL senza deroghe, garanzie per tutti gli appalti dell’indotto”. ù
“In tutta Europa le istituzioni hanno messo in campo misure straordinarie per la difesa dell’occupazione in questo settore e per il suo rilancio mentre, al contrario, la rottura del confronto sindacale e le dichiarazioni dei vertici di ITA imprimono un’accelerazione negativa che deve essere interrotta – si legge ancora nella nota – Da quando negli anni 2000 è iniziata la crisi di Alitalia, il nostro territorio è ancora una volta penalizzato da scelte incomprensibili, prive di visione e di conoscenza della realtà del trasporto aereo. Paghiamo gli errori politici del passato e la distrazione totale della politica nazionale e anche oggi questo Governo dimostra di non essere capace di costruire alleanze, di perseguire obiettivi ambiziosi di rilancio, di farsi carico di soluzioni che non abbandonino le lavoratrici e i lavoratori a un triste destino, di fare sistema paese insomma. Si sta affossando un asset industriale e occupazionale importante per il territorio e per questo, come sindacati confederali e dei settori interessati, abbiamo già chiesto un confronto strutturato con l’amministrazione regionale e con le istituzioni locali per trovare le opportune misure a tutela del lavoro e dello sviluppo, per individuare le soluzioni per le migliaia di addetti interessati a partire da politiche attive e formazione”.