Omicidio Willy. Fratelli Bianchi: noi fatti passare come mostri e accusano Belleggia di averlo colpito “come un vigliacco”

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Agenpress – “Ho detto la verità ma non sono stato creduto. A Willy ho dato solo una spinta e un calcio al fianco. Belleggia (altro imputato ndr) non dice la verità è dovrebbe
assumersi le sue responsabilità”.

E’ quanto affermato davanti alla Corte di Assise del Tribunale di Frosinone, da Marco
Bianchi accusato assieme al fratello Gabriele ed altri della morte di Willy Monteiro Duarte, il 21enne ucciso a Colleferro la notte tra il 5 e 6 settembre dello scorso anno durante un
pestaggio. In aula presente anche la mamma della giovane vittima.

 “Siamo stati fatti passare per mostri, si parlava solo dei fratelli Bianchi. Qualsiasi cosa dicevamo venivamo attaccati”, ha aggiunto.  In questa vicenda “è morto un ragazzo – ha aggiunto – ma se lo avessi colpito in modo grave non me ne sarei mai andato, lasciandolo lì. Se avessi sbagliato non avrei problemi ad ammetterlo”.

“Io ho notato che c’è stato un odio mediatico nei nostri confronti. La feccia di Colleferro ha parlato male di noi: è come se ognuno abbia voluto mettere qualcosa contro di noi; per questo tutti dicono che io ho colpito Willy perché influenzati dai media ma io colpii al petto Samuele Cenciarelli (amico di Willy ndr) che andò a sbattere contro una auto e per questo chiedo scusa”.

“Ho visto Francesco Belleggia  colpire come un vigliacco con un calcio in viso Willy mentre terra. Gli ha dato un calcio sul viso prendendo la rincorsa”, ha Gabriele Bianchi. “Io mi aspettavo che Belleggia si prendesse le sue responsabilità per quanto fatto. Io fin da subito volevo dire subito che la colpa era sua ma il mio avvocato mi ha disse di aspettare”, ha aggiunto l’imputato spiegando che in auto “mentre stavamo tornando ad Artena, un amico gli disse che era un infame per quello che aveva fatto”.

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