AgenPress. Non so se si riesce ancora a comprendere il distinguo tra democrazia parlamentare e voto popolare, tra repubblica democratica e repubblica costituzionale, tra espressione parlamentare, discussione parlamentare, libertà di voto in parlamento, ovvero tra democrazia istituzionale, costituzionale, e democrazia parlamentare nata dal voto popolare.
Comunque ciò che è accaduto in Senato il 20 luglio 2022 è la testimonianza reale di un tentativo di colpo di stato furbescamente tramato sotto una banale proposta di risoluzione, che si sarebbe potuta proporre anche senza alcuna discussione in aula.
Se da una parte il tentativo non è riuscito dall’altra il tentativo che si è cercato di imporre, come vita o morte di un Governo, ha formulato la rinascita del concetto della realtà badogliana, chi conosce un po’ di storia non politicamente corretta sa, metafora cruenta.
L’arroganza del potere e di alcune forze politiche che si credono il sale del mondo non ha creato altro che il risveglio di quel pensiero unico in pensiero non assimilato, che si era imposto in parlamento e nella politica.
Non voglio scendere nei particolari. Ma la cosiddetta risoluzione Casini che recita: “Ascoltate le comunicazioni del Presidente del Consiglio, il Senato le approva”, è un bollettino che avvia un colpo di stato che sarebbe dovuto passare sotto la magica formula di una dittatura parlamentare affidata, ecco l’aggravante, a un tecnico che risponde soltanto alla componente di chi ha proposto il “bollettino”.
È come se tutto ciò che è avvenuto nei giorni precedenti era da considerarsi una monellata di quattro ragazzi, da psicolalizzare secondo la “scienza” di alcuni che si occupano di psicoanalisi non libera.
Il “bollettino” Casini è suonato come una terribile “badogliata” che ha cercato di esautorare ciò che passa sotto il nome di democrazia. È ancora di più qualcos’altro. È morto definitivamente, con tale risoluzione, la stato di diritto di una cittadinanza politica che va ad eledire direttamente l’intelligenza di coloro che hanno dibattuto un processo percorso politico.
È come se si fosse detto: signori ci siamo divertiti a parlare, ci siamo sfogati ma ora lasciamo tutto come già stava. Cambiamo affinché nulla possa mutare. L’antico gattopardismo che minaccia non la democrazia, perché questa è finita da alcuni anni , ma persino la libertà.
Ma si sa che c’è una differenza storica, filosofica, politica tra il concetto di democrazia e quello di libertà?
Insomma una componente politica in Italia resta sempre incapace di diventare realmente democratica. La democrazia è anche l’accettazione del pensiero divergente. O si converge o si cerca di far convergere: questo mi è sembrato che dia affiorato.
Quale è questo pezzo di componente? Il solito: la sinistra che si lega al cattolicesimo politico meta gesuitico. Lo spopolamento, ovvero spoppolamento, della democrazia non è passato neppure sotto la maschera di una “ragione” pratica o sotto una prassi della ragione.
Si può arrivare ad una arroganza del genere? Certamente si. È stata la pagina più triste e intollerabile del processo parlamentare di questi anni.
Pierfranco Bruni