AgenPress. Il 30 agosto Mikhail Gorbaciov, ultimo leader dell’Unione Sovietica, è morto all’età di 91 anni. Lo ha annunciato il Central Clinical Hospital della Russia, dove era ricoverato. “Questa notte, dopo una grave e prolungata malattia, Mikhail Sergeyevich Gorbaciov è morto”, recita il comunicato diffuso dal nosocomio e riportato dalla Tass.
“Le sue riforme – ricorda in un post pubblicato su Facebook,
Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni – portarono alla fine del regime in Unione Sovietica. Premio Nobel per la Pace, fu artefice della fine della guerra fredda ed ebbe un ruolo fondamentale anche nella riunificazione della Germania. Con Michail Gorbačëv se ne va una pietra miliare della storia del ‘900”.
“Mikhail Gorbaciov, premio Nobel per la Pace e uomo di pace. Che la terra ti sia lieve” scrive sempre su facebook il Presidente della Regione Emilia-Romagna
Stefano Bonccini.
“Leggendo la notizia della morte di Mikhail Gorbaciov mi torna in mente l’estate del 1991.
Era la prima volta – scrive nel suo ricordo su FB il Presidente della Liguria,
Giovanni Toti – che visitavo l’Unione Sovietica, con una gita del Touring Club Italiano. Le parole d’ordine erano Glasnost e Perestrojka e il più giovane segretario generale del PCUS di tutta la storia incarnava la speranza della fine della Guerra Fredda. Due anni prima, grazie alla politica di dialogo di Gorbaciov, avevamo assistito alla festa di Berlino per la caduta del Muro. Il 19 agosto di quel 1991 un golpe tentò di destituire Gorbaciov. Fallì, ma con il fallimento del golpe finì anche la storia politica di Gorbaciov e iniziò l’era della nuova Russia, quella di Eltsin. Molte volte, negli anni a venire, mi sono chiesto come sarebbe cambiata la storia, anche la dolorosa storia attuale, se quell’uomo colto, cresciuto nell’ortodossia comunista, ma coraggioso abbastanza per provare a cambiarla, avesse potuto portare avanti le sue riforme. La storia non consente repliche e finali diversi. Oggi, nell’onorare un uomo che ha fatto e resterà nella storia, mi resta l’emozione di chi, a 21 anni, tanti ne avevo allora, ha visto cadere la Cortina di ferro grazie soprattutto al pensiero e alle azioni di Mikhail Gorbaciov. Addio”.
“Con la scomparsa di Gorbaciov – scrive su Facebook
Nicola Zingaretti -se ne va un pezzo di Storia del Novecento. Un uomo del dialogo che ha disegnato un nuovo destino per milioni di persone, nel nome della pace e di una nuova idea delle relazioni internazionali”
“Un grande personaggio della storia mondiale del dopoguerra. Con la sua azione diplomatica – sottolinea
Attilio Fontana in un post su facebook – è stato determinante per la fine della guerra fredda e per la caduta del muro di Berlino”.
Una foto che lo ritrae con Gorbaciov è il personale ricordo pubblicato dal presidente della Regione Piemonte,
Alberto Cirio: “A poche ore dalla sua scomparsa mi torna in mente il giorno in cui in Piemonte, in occasione del World Political Forum di cui Gorbaciov era fondatore, ho avuto la possibilità di conoscerlo personalmente, complice come spesso accade uno dei prodotti simbolo della nostra terra (un tartufo, ndr). Addio a uno dei leader, premio Nobel per la pace, che hanno scritto la storia”.
Anche il Presidente della Toscana,
Eugenio Giani, sottolinea che “Con Michail
Gorbačiov se ne va un pezzo enorme della storia del 900. Colui che si propose una strada di riforme e democrazia dopo il crollo del comunismo e la crisi dell’Unione Sovietica, purtroppo presto emarginato da un potere che con Putin rigenera autoritarismo e dittatura. Ha fatto la storia e la storia lo giudicherà”.
“Oggi, nell’esprimere cordoglio per la scomparsa di Gorbaciov, va detto che non è sufficiente ricordarlo, ma bisogna imitarlo”, scrive su Facebook il Presidente della Regione Veneto,
Luca Zaia. “Chi oggi governa la Russia – prosegue – prenda esempio da lui. Con la Perestroika, questo leader portò un raggio di sole e di pace nel mondo, nella quale credette fino in fondo. E’ stato protagonista in tanti passaggi fondamentali verso questo obbiettivo: dall’accordo con Bush del 1991, alla fine della guerra fredda, al disarmo nucleare. Quando ero ragazzo, egli ha rappresentato molto per la mia generazione, che visse con molta partecipazione quelle vicende ora consegnate alla storia. Fu anche attento al nostro Veneto, che visitò nel 1993, come testimoniano queste vecchie foto che condivido con voi”.