Polizia penitenziaria, Paoloni (segr. SAP): “Mancano 10 mila unità rispetto ai tagli già operati dalla legge Madia nel 2015”

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AgenPress. Stefano Paoloni, segretario generale Sindacato Autonomo Polizia, è intervenuto a “Italia città aperta” condotto da Roberta Feliziani in onda su Cusano Italia Tv.

Riguardo al caso Cospito.

“Il nostro compito è garantire sicurezza – afferma Paoloni – Utilizzano strumenti diversi che vanno contrastati, vanno fermati.  Importante che istituzioni e politica siano compatti.

Attuare comportamenti pericolosi è altra cosa. Il problema nasce da lontano, rispetto al 2016 mancano 10mila uomini. Mancano 10 mila unità rispetto ai tagli già operati dalla legge Madia nel 2015. Siamo tra i 96 e 97 mila circa. Non si può arrivare così dappertutto”.

Rispetto al numero nelle carceri.

“E’ uno dei problemi della polizia penitenziaria, come il numero di aggressioni. La regola è quella delle celle aperte, si creano momenti di tensione. È dimostrato che i mafiosi comunicavano nel momento in cui erano nel regime penitenziario ordinario. Per questo è importante il 41 bis, al pari dell’ergastolo ostativo”.

Quella del 41 bis è una cella particolare?

“Classica cella con quello che serve, ma si è da soli. Rispetto al carcere normale hanno la differenza che sono soli. Nel 41 bis è prevista solo 1 visita al mese”.

Riguardo alla questione delle celle aperte.

“Dovrebbero essere 4 o 5 anni che hanno aperto le celle.  È certamente una questione pericolosa per la polizia. Noi abbiamo sostenuto le attività dei sindacati della polizia penitenziaria ma purtroppo è un dato di fatto, è qualcosa che noi subiamo. Le aggressioni alla polizia penitenziaria sono aumentati.

Il problema è che non fa notizia. Non ho i dati di quanti incidenti avvengono ma sono numerosi”.

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