AgenPress. “Apprendiamo dai dati Inps pubblicati oggi che oltre il 55% delle pensioni erogate in Italia, pari a quasi 10 milioni, hanno un importo inferiore ai 750 euro, mentre circa il 65% si attesta invece sotto i 1000 euro.
Dati sconvolgenti visto che con tali cifre non si sopravvive nel nostro Paese, soprattutto dopo l’impennata dell’inflazione che ha colpito nell’ultimo anno anche l’Italia. Se è vero che il grado di civiltà di un paese si misura anche dalla sua capacità di tutelare i propri anziani, preservandone innanzitutto la dignità, noi siamo messi non male, ma malissimo. Tale situazione, infatti, non è più tollerabile.
Vanno subito aumentate le pensioni minime ad almeno mille euro al mese se non si vuole costringere alla fame quasi un’intera generazione, peraltro già duramente colpita dalla pandemia. L’anzianità non può trasformarsi in una condanna alla povertà. Non ci sono scusanti per non intervenire in quella che è già un’emergenza sociale. Le risorse necessarie possono essere facilmente reperite proprio dalla fiscalità generale, tassando quei soggetti che si sono arricchiti in questi anni, mentre il Paese si impoveriva”.
E’ quanto dichiara Giovanni Barbera, membro del comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista.