AgenPress – “Ciao mi chiamo Enea. Sono nato in ospedale perché la mia mamma voleva essere sicura che era tutto ok e stare insieme il più possibile”.
“Parla di coccole, dice di volergli molto bene, ma di non potersi occupare di lui. Racconta anche che il bimbo è super sano e che tutti gli esami fatti in ospedale sono ok”, dice il direttore generale del Policlino di Milano, Ezio Belleri: “E’ una cosa che pochi sanno, ma in ospedale si può partorire in anonimato, per la sicurezza di mamma e bambino», spiega. «Inoltre esistono le Culle per la vita: la nostra si trova all’ingresso della Clinica Mangiagalli e permette di accogliere in totale sicurezza un bimbo che i suoi genitori non possono purtroppo tenere con sé. E’ una decisione drammatica, ma la Culla consente di affidare il piccolo ad una struttura dove gli sono garantite cure immediate e che preserva l’assoluto anonimato per i genitori”.