EU Med9. Meloni, non si fa solidarietà con i confini degli altri. L’Italia è il Paese che soffre di più la pressione migratoria

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AgenPress –  “Non si può fare solidarietà con i confini degli altri. Chi pensa che il problema dei migranti “possa essere rinchiuso entro i confini di una nazione europea prende un abbaglio. Senza risposte strutturali prima saranno travolte le nazioni di primo approdo, ma poi tutti quanti verranno travolti da questo problema”.

Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a margine del vertice Med9 a Malta, parlando delle richieste della Germania sul regolamento delle crisi inserito nel Patto sulla migrazione e l’asilo.

L’Italia, ha sottolineato Meloni, è il Paese che più “soffre” la pressione migratoria ma la questione coinvolge tutti: “Ribadiamo che l’unico modo per affrontare seriamente il problema migratorio a partire da chi ha davvero diritto alla protezione internazionale è ricondurla alla legalità. In Europa non si entra illegalmente, non sono i trafficanti a decidere”. Poi “bisogna dare risposte serie a un’Africa sempre più in difficoltà”.

“Nella dichiarazione finale” del vertice, ha aggiunto la premier, “ci sono molti elementi seri e concreti, molti suggeriti dall’Italia. Il vertice ribadisce che la strada da seguire per il contrasto all’immigrazione illegale è la lotta senza quartiere ai trafficanti e andare alle cause dell’immigrazione” per “offrire altre risposte”.

“La prima tranche degli aiuti” Ue destinati alla Tunisia partirà “la prossima settimana. E’ un segnale concreto”. A chi chiedeva se quindi Tunisi abbia ottemperato ad alcuni impegni ha risposto “Evidentemente sì”.

“Stiamo cercando di fare dei passi concreti in alcune direzioni che vanno dalla politica dei rimpatri e le riammissioni, un lavoro che deve essere fatto a livello europeo per essere davvero efficace”. E questo “vuol dire anche avere una lista dei paesi sicuri europea”. Poi “c’è da riprendere con forza il nostro partenariato con la Tunisia, che sta dando segnali di collaborazione molto importanti. Mi pare che le risorse finalmente stiano arrivando, questo può essere un altro segnale molto importante e un modello da utilizzare in generale per i Paesi del Nordafrica”.

Poi “c’è la grande materia dell’alternativa alla migrazione illegale che è il lavoro che va fatto coi Paesi africani. Qui si apre un altro capitolo importante che è quello della revisione del bilancio pluriennale sulla quale la proposta della commissione è importante in termini di cooperazione positiva con l’Africa, non predatoria”.

 

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