Salario minimo. Bocciata proposta dei cinque esperti. Passa documento finale assemblea

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AgenPress –  L’assemblea del Cnel non ha approvato  la proposta presentata dai cinque esperti, tra quelli nominati dal presidente della Repubblica, sulla sperimentazione della tariffa retributiva minima da affiancare alla contrattazione salariale.

L’assemblea del Cnel ha approvato a maggioranza, a quanto si apprende, il documento finale sul lavoro povero e salario minimo. Nel documento si valorizza “la via tradizionale” della contrattazione collettiva.

Il documento elaborato dalla commissione d’informazione del Cnel è passato in Assemblea con 39 voti a favore e 15 contrari su 54 votanti. È quanto si apprende da fonti presenti all’incontro. I presenti erano 62 quindi 8 consiglieri non hanno espresso il voto.A votare contro Cgil, Uil e Usb. No anche dai 5 consiglieri di nomina presidenziale.

I cinque consiglieri  avevano presentato una proposta per “la sperimentazione della tariffa retributiva minima” a partire dai settori più critici. Un elemento di grande novità rispetto alla linea finora emersa dal lavoro della commissione dell’Informazione, che ha approvato due documenti, uno tecnico e uno con le proposte (quest’ultimo con il no di Cgil e Uil) in cui si valorizza “la via tradizionale” della contrattazione e sostanzialmente si allontana il salario minimo legale, sostenendo che la sua “mera introduzione non risolverebbe né la grande questione del lavoro povero né la pratica del dumping contrattuale né darebbe maggior forza alla contrattazione collettiva”. Un salario minimo per legge, “se ben implementato all’interno dei meccanismi della contrattazione collettiva, non indebolisce ma rafforza la stessa” era la convinzione dei 5 esperti.

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