AgenPress – Il Fondo Monetario Internazionale raccomanda all’Europa di mantenere ai livelli attuali i tassi di interesse, rimandando i tagli, per domare definitivamente l’inflazione visto che in generale, nella lotta alla crescita dei prezzi “è meglio sbagliare a fare un poco di più che a fare meno”.
E’ quanto scrive il direttore del dipartimento Europa del Fondo Monetario internazionale Alfred Kammer secondo cui “il tempo per tagli dei tassi alla fine arriverà. In quel caso è meglio che tali tagli non comportino marce indietro. Quel momento non è ora. L’urgenza richiede anche pazienza”.
“Gli effetti della stretta monetaria iniziano a farsi sentire in Europa e le critiche inevitabilmente salgono” ma “le banche centrali non devono battere ciglio” per evitare di terminate la lotta all’inlfazione troppo presto, ha aggiunto, “si tratterebbe di un costoso errore che l’Europa può e deve evitare”.
L’Europa ha resistito bene a una serie di shock senza precedenti, come la pandemia e la crisi energetica innescata dalla guerra della Russia in Ucraina. Sono stati evitati gravi scenari al ribasso. Questo è un grande risultato!
L’Europa è ora a un punto di svolta: il continente è alle prese con il tentativo di sconfiggere l’inflazione, ma ha anche bisogno di garantire una crescita forte e verde a lungo termine.
Le economie europee hanno rallentato quest’anno, come previsto, riflettendo politiche macroeconomiche più restrittive e costi energetici elevati. Finora, i mercati del lavoro sono rimasti forti, ma gli indicatori ad alta frequenza suggeriscono un rallentamento nei servizi e un indebolimento delle assunzioni.
L’inflazione complessiva sta diminuendo rapidamente. Ma l’inflazione core – un indicatore delle pressioni inflazionistiche sottostanti – rimane persistentemente elevata. In diversi paesi la crescita salariale ha ormai raggiunto il livello dell’inflazione o la sta superando.
Nelle nostre previsioni di crescita per quest’anno, le economie europee avanzate stanno rallentando allo 0,7%, in calo rispetto al 3,6% nel 2022. Il rallentamento nell’Europa emergente (escluse Bielorussia, Russia, Turchia e Ucraina) dovrebbe toccare il fondo all’1,1%.
Le prospettive dell’Europa per il 2024 sono di una ripresa graduale. Con il calo dei prezzi e l’aumento dei salari, i consumatori europei stanno iniziando a recuperare potere d’acquisto, il che aumenterà la domanda interna. La forza della ripresa varierà da paese a paese. Nello specifico, i paesi ad alta intensità manifatturiera ed energetica saranno più lenti a riprendersi rispetto ad altri.
- Nelle economie europee avanzate, si prevede che la crescita economica scenderà dal 3,6% nel 2022 allo 0,7% quest’anno, prima di una ripresa all’1,2% l’anno prossimo.
- Nelle economie emergenti europee, escluse Russia, Ucraina, Bielorussia e Turchia, la crescita dovrebbe scendere da 4,5 a 1,1. per cento quest’anno, per poi salire al 2,9% nel 2024.
- Si prevede che l’inflazione complessiva diminuirà grazie al calo dei prezzi dell’energia e all’allentamento dei colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento. Quest’anno la prevediamo in media al 5,8% nelle economie europee avanzate e all’11,9% nelle economie europee dei mercati emergenti, escluse Russia, Ucraina, Bielorussia e Turchia.
- La maggior parte dei paesi non raggiungerà i propri obiettivi di inflazione prima del 2025.
I governi e le autorità politiche dell’Europa “possono e dovrebbero aiutare” le banche centrali nella lotta all’inflazione “riducendo gli ancora alti deficit per ricostruire o preservare i ‘cuscinetti’ di risorse” nei bilanci pubblici “in modo da aiutare a riportare l’inflazione verso il basso più velocemente”, scrive il FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE