AgenPress. Nel pomeriggio di ieri era stato beccato dalla Polizia Penitenziaria mentre pubblicava un video su Tik Tok all’interno della propria camera detentiva, utilizzando uno smartphone detenuto illecitamente.
Arrestato in flagranza di reato è stato condannato per rito direttissimo questa mattina a 13 mesi di reclusione con rito abbreviato, oltre al pagamento delle spese processuali. Il detenuto, ristretto nel reparto di Alta sicurezza, non è sfuggito all’occhio vigile del Polizia Penitenziaria che durante un normale giro di controllo lo ha colto in flagrante mentre era intento a registrare un video sul popolare social Tik Tok.
“Sta diventando ormai una piaga il fenomeno dell’introduzione illecita di telefoni cellulari nelle carceri. Nonostante sia diventato un reato perseguibile penalmente, i detenuti non sembrano avere timore delle conseguenze giudiziarie, continuando ad avere pericolosi contatti con l’esterno. Bisogna prendere atto di questo diffusissimo fenomeno e applicare pene severe.
In effetti l’utilizzo di smartphone in carcere, oltre a mettere in pericolo la sicurezza degli istituti penitenziari, potrebbe facilitare tentativi di evasione o di gestione di traffici illeciti, permettendo alle organizzazioni criminali di proliferare nelle loro attività illegali anche dando ordini dal carcere.
Servono sanzioni severe ed efficaci sia dal punto di vista penale che disciplinare. Ma occorre investire anche sul fronte della prevenzione con tecnologie in grado di schermare il collegamento alla rete internet rendendo così di fatto inutilizzabili gli smartphone introdotti illegalmente. Un plauso alla Polizia Penitenziaria di Secondigliano che, ancora una volta ha dato prova di indiscusse capacità professionali e operative.”
Questo il commento del Si.N.A.P.Pe per voce del Segretario Generale Aggiunto Luigi Vargas e del Segretario Regionale Pasquale Gallo.