Cerimonia “I Giorni della Ricerca” al Quirinale. Mattarella, il cancro si può sconfiggere

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AgenPress. Si è svolta al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”, iniziativa promossa dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.

Sono intervenuti Andrea Sironi, Presidente della Fondazione AIRC, Federico Caligaris Cappio, Direttore scientifico della Fondazione, Luca Boldrini, oncologo e ricercatore al Policlinico Gemelli di Roma, Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della Ricerca, Orazio Schillaci, Ministro della Salute, in rappresentanza del Governo.

Il Capo dello Stato ha consegnato il Premio AIRC “Credere nella Ricerca” a Federfarma, per l’impegno profuso in  attività di sensibilizzazione e in iniziative per il sostegno alla  ricerca sul cancro;  al prof. Antonio Pescapé dell’Università Federico II di Napoli, per aver contribuito a diffondere la conoscenza della missione di Fondazione AIRC tra le nuove generazioni; a Mara Venier  per il suo impegno continuativo  a fianco di AIRC nel sostenere, attraverso le trasmissioni televisive,  la ricerca sul cancro.

Il Premio scientifico biennale AIRC “Beppe della Porta” è stato consegnato al Prof Andrea Necchi dell’Ospedale San Raffaele di Milano per gli studi pioneristici sull’utilizzo dell’immunoterapia neoadiuvante nel carcinoma della vescica.

Erano presenti Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei Deputati, Maria Domenica Castellone, Vice Presidente del Senato della Repubblica, Daria de Pretis, Vice Presidente della Corte Costituzionale, rappresentanti del mondo politico, della ricerca, dell’università e della comunicazione.

La cerimonia si è conclusa con l’intervento del Presidente della Repubblica.

Rivolgo un saluto a tutti i presenti, in particolare al Presidente della Camera dei deputati, ai Vicepresidenti del Senato e della Corte costituzionale. Saluto e ringrazio per i loro interventi i Ministri Schillaci e Bernini.

Saluto il Professor Sironi, Presidente della Fondazione –  come sappiamo – e il Direttore scientifico, Professor Calligaris-Cappio. Li ringrazio per le considerazioni che hanno appena svolto e per il loro costante impegno e il lavoro in un’impresa che ha così grande valore per la nostra società.

Un benvenuto e un ringraziamento particolare al Dottor Luca Boldrini, ai giovani ricercatori presenti e a coloro che sono al lavoro nei laboratori italiani e di tutto il mondo.

La riconoscenza si estende agli scienziati maestri dei giovani ricercatori, ai medici, al personale sanitario, ai volontari e ai sostenitori dell’Associazione italiana per la Ricerca sul cancro.  

Complimenti ancora ai premiati, ringraziandoli per il loro impegno in questa causa così importante. La battaglia contro il cancro è una grande impresa collettiva, richiede impegno, collaborazione, sostegno reciproco, fiducia. Curare, sperimentare, fare ricerca, promuovere la produzione di nuove terapie, di nuovi farmaci. È in questo percorso che si riassume l’impegno prezioso di migliaia di operatori.

Passi da gigante sono stati compiuti negli ultimi decenni. Infondono fiducia nell’azione che viene dispiegata. Quando l’Airc fu fondata i tumori erano considerati malattie incurabili. Oggi è mutata profondamente la coscienza in proposito, non soltanto dei medici ma degli stessi pazienti e dei loro familiari.

Oggi, come ci ha ricordato il Professor Sironi, 3 milioni e 600 mila italiani vivono dopo una diagnosi di questo tipo. Le loro prospettive si accrescono così come migliorano le condizioni di vita. Non sono pochi a sentirsi guariti e a rientrare con fiducia nella quotidianità degli affetti, del lavoro, delle relazioni sociali.

Anche per queste ragioni è molto importante quanto ci ha detto il Ministro Schillaci sul Piano Oncologico Nazionale. La ricerca è stata il motore primo di questo progresso dell’umanità. La duplice intuizione costitutiva dell’Airc ha rivestito un valore profetico.

Anzitutto: il cancro si può sconfiggere. In secondo luogo: per vincere questa sfida bisogna puntare sulla ricerca medica e scientifica.

Una prospettiva duplice che ha creato progressivamente consapevolezza, partecipazione, cultura, come dimostrano l’interesse e la disponibilità degli italiani nel donare e nel sostenere i Giorni della Ricerca. E l’Italia è andata molto avanti sul fronte della ricerca sul cancro, come poc’anzi ricordava il Ministro Bernini.

C’è ancora tanta strada da fare. Le nuove diagnosi sono oltre mille al giorno. E, come ci ha rammentato il Professor Calligaris-Cappio, mentre su diverse tipologie di tumore sono stati compiuti progressi straordinari, in alcuni ambiti lo sviluppo della malattia oncologica è di più difficile contrasto.

Abbiamo bisogno della ricerca. Di quel “girare attorno” alla malattia di cui parlava il dottor Boldrini, assediandola. Anzi questa esigenza si accentua con nuove patologie che si affacciano, con le scoperte anche in altri campi che forniscono conoscenze inedite, tecnologie superiori, mezzi di indagine più penetranti. La ricerca è garanzia di futuro.

Per questo sono lieto di rinnovare questo appuntamento annuale, al Quirinale, e spero che il messaggio giunga con tutto il suo valore. La ricerca è la cura: questo il motto che avete scelto per questa edizione. La ricerca di ieri è già diventata la cura di oggi, la ricerca di oggi sarà la cura di domani.

Eppure dopo tanta evidenza, dopo che è stato dimostrato nella drammatica esperienza della pandemia che i costi umani sarebbero stati di gran lunga maggiori senza la scoperta in tempi rapidi dei vaccini, continuano a circolare teorie irragionevoli e anti-scientifiche.

Non soltanto offuscano la visione del bene comune ma sovente minacciano la salute stessa dei cittadini, contravvenendo a quanto prescrive l’art. 32 della Costituzione, secondo il quale la salute è, insieme, diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività.

Nell’epoca dell’intelligenza artificiale e della più grande accelerazione della scienza, la diffusione della conoscenza continua a mescolarsi con il suo opposto. È un paradosso della nostra modernità.

Anche per questo i Giorni della Ricerca rappresentano un’occasione preziosa.

Come sappiamo, il Nobel 2023 per la medicina è stato assegnato alla biochimica Katalin Karikò e all’immunologo Drew Weissman per la tecnologia che ha reso possibili i vaccini più efficaci contro il Covid. Sappiamo che questa tecnica, fondata sull’utilizzo dell’RNA messaggero, potrà servire per importanti sviluppi anche in altri ambiti di cura, comprese le terapie antitumorali.

Un tempo la iper-specializzazione sembrava il destino della ricerca avanzata; adesso l’inter-disciplinarietà è divenuta molto più che un’opportunità. Si è ormai affermata. Lo ha spiegato bene il dottor Boldrini raccontando il progetto traslazionale, a cui sta lavorando con tanta passione. Non avremmo sconfitto con questa rapidità il Covid senza una straordinaria cooperazione mondiale nella ricerca. Contiamo che non sia un’eccezione bensì la regola. Un esempio per il futuro. Una strada che l’umanità non deve abbandonare.

Va affermato con ancora maggior convinzione in una stagione segnata da conflitti sanguinosi e sconvolgenti. La collaborazione nella ricerca non deve essere fermata, né rallentata dalle guerre e dalle tensioni geopolitiche.

Anzi, la collaborazione tra scienziati sui grandi obiettivi comuni dell’umanità può produrre anticorpi anche contro l’espansione dei conflitti. La salvaguardia delle vite, la loro cura, deve essere la principale preoccupazione dell’umanità, segnata da un destino palesemente comune. L’Airc scommette sui giovani.

Destina ai giovani parte cospicua delle risorse che raccoglie: è una scelta felice. I nostri giovani ricercatori sono bravi, si fanno valere in ogni contesto, emergono per qualità in tanti laboratori di tutto il mondo. Rappresentano un orgoglio per il Paese, oltre che un motore per l’Europa.

Purtroppo sappiamo che le nostre risorse globalmente destinate alla ricerca scientifica sono limitate rispetto agli standard che dovremmo raggiungere.

Constatiamo anche che tanti giovani vanno all’estero e vi rimangono, non perché non vorrebbero lavorare in Italia, ma perché da noi talune condizioni – economiche e professionali – sono poco aperte, meno competitive.

I giovani devono poter circolare e fare esperienze nelle università, nei centri di ricerca, nei laboratori dell’Europa e del mondo. Tutto questo è prezioso e devono poter tornare se lo desiderano.

A questo sforzo collettivo di sostenere i giovani ricercatori, di consentire loro di esprimere anche in Italia il loro talento, devono concorrere tutte le forze sociali. Anche in questo le vostre strategie di investimento per la ricerca forniscono un contributo di rilievo.

I progressi nelle cure hanno reso il cancro una malattia sempre più guaribile e questa consapevolezza ha motivato la decisione unanime della Camera dei Deputati di approvare un testo di legge che regola il diritto all’oblio delle malattie oncologiche.

Una forma di rispetto e di tutela della persona, che nel suo percorso di cura intende liberarsi anche del vecchio stigma di una patologia che potrebbe recarle un pregiudizio.

Anche questo è frutto del cammino percorso e del valore sociale innescato dalla ricerca e dalla passione dei medici. Il messaggio dei Giorni della Ricerca non è completo senza il suo risvolto di solidarietà. Solidarietà che alimenta le risorse. Solidarietà che coinvolge istituzioni, imprese, figure professionali, gruppi di volontariato.

Nell’Apologia di Socrate, Platone ha scritto che “una vita senza ricerca non è degna per l’uomo di essere vissuta”. Intendeva – sappiamo – ricerca in senso ampio. Ma la ricerca ha sempre dimensioni che travalicano le misure prestabilite. Per questo le attribuiamo il grande valore che merita. Per questo rappresenta un traino di cui non possiamo fare a meno.

Ringraziamo chi riversa nella ricerca il proprio impegno e chi la sostiene con altrettanta passione. L’augurio che desidero fare è che le iniziative dedicate alla ricerca divengano sempre più numerose e, grazie all’attenzione di tutti, rechino risultati sempre più efficaci.

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