Padova, Radicali Italiani: ennesimo suicidio in casrcere

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AgenPress. Apprendiamo la tragica notizia dell’ennesimo suicidio in carcere, il secondo dall’inizio del 2024.

Prima Matteo, 23 anni, con una patologia psichiatrica, oggi Stefano di 27 anni. Stefano era inserito nei corsi attivi all’interno dell’istituto grazie alla dedizione dei volontari, lo Stato ha comunque fallito.

Si consuma infatti una tragedia continua e preannunciata, nel silenzio delle istituzioni e della politica, che ignorano la situazione drammatica in cui versano gli istituti penitenziari italiani. Luoghi mortiferi che annichiliscono la speranza e violano la Costituzione, che sancisce il fine rieducativo della pena.

Come Radicali Padova e Radicali Italiani abbiamo promosso le visite agli istituti detentivi della Regione, promuovendo l’iniziativa “Devi vedere!”, impegnandoci a dare concretezza all’art. 17 dell’ordinamento penitenziario che consente l’ingresso in carcere a tutti coloro che “avendo concreto interesse per l’opera di risocializzazione dei detenuti dimostrino di poter utilmente promuovere lo sviluppo dei contatti tra la comunità carceraria e la società libera”.

Abbiamo visitato anche la Casa di Reclusione di Padova nel settembre dell’anno scorso. È un istituto con uno dei tassi di recidiva più bassi d’Italia, la cui direzione si impegna quotidianamente per garantire una gestione ottimale date le ridotte risorse, con numerose associazioni e cooperative che offrono una possibilità concreta ai detenuti.

Tutto questo però non è sufficiente: oltre a maggiori risorse, più personale e volontari, è necessario ripensare il carcere, poiché questi suicidi ne dimostrano il fallimento totale.

Se è successo a Padova può succedere ovunque, e la strage continuerà fino a quando non avremo qualcosa di migliore del carcere e non un carcere migliore.

Chiediamo un impegno concreto non solo del governo nazionale, ma anche di tutti gli attori politici e istituzionali che possono avere voce in capitolo sulla questione carceri. Con metodo radicale, non mancheremo di tenere alta l’attenzione promuovendo sul territorio dibattiti e manifestazioni nonviolente, per essere voce dei detenuti e delle detenute.

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