AgenPress – “I politici sono il peggio della popolazione. Sono la cosa peggiore della società. E noi, con questo insieme di riforme, proponiamo di eliminare i furti fatti dalla politica”. Lo afferma il presidente argentino Javier Milei, intervistato da Nicola Porro, a “Quarta repubblica” su Rete 4.
“Guardi, negli ultimi quarant’anni, tutti i decreti considerati urgenti che hanno adottato i presidenti, che regolavano la libertà degli argentini, sono stati approvati tutti. Però, noi abbiamo sempre il problema di restituire la libertà alla gente, perché se uno restituisce la libertà alle persone perde il potere politico, no? Di fatto, i politici quando vanno alle elezioni chiedono il voto per avere il potere di trasformare la loro vita”.
Il lavaggio del cervello della sinistra ai danni dei giovani nelle università “è la vittoria di Gramsci che ha detto che bisognava introdurre il socialismo nei mezzi di comunicazione e andare avanti così”, dice ancora.
“Se lei va all’università di Buenos Aires alla facoltà di Economia, lei conoscerà Keynes, Marx. Ma se lei chiede di Ludwig von Mises, credono che è il numero 9 dell’Olanda. Se si parla di Milton Friedman parlano di un assassino consigliere di Pinochet. E quando si parla di Hayek dicono che è stato colui che ha dato l’ordine di far esplodere l’incrociatore Belgrano. Quindi è tutta una questione nata con il socialismo. Questa è la vittoria di Antonio Gramsci che ha detto che bisognava introdurre il socialismo nei mezzi di comunicazione e andare avanti così. Quindi davanti a questa situazione la ribellione è naturalmente liberale”.
Su X Milei ha pubblicato “trema il comunismo mondiale. L’ultima cosa che vedrà il comunismo mondiale prima di essere distrutto”, recita un secondo post accompagnato da una foto ufficiale dell’incontro con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.
Milei afferma che “un’alleanza strategica tra Argentina ed Italia, guidate da Milei e Meloni, attorno a una visione del mondo ed una filosofia comuni, sarà decisiva per la difesa dell’occidente”. In precedenza, nel suo intervento a gennaio a Davos, Milei aveva affermato che “l’occidente è in pericolo” in quanto “la maggior parte dei leader occidentali porta avanti politiche di stampo collettivista”.