AgenPress. La federazione SIGO, che vede riunita tutta la ginecologia italiana , dagli universitari ai territoriali agli ospedalieri, ritiene , in accordo con altre Società Scientifiche, che il decreto legge presentato dal Ministero della Salute rappresenta un primo , reale intervento nel ridurre una problematica complessa ed assolutamente fondamentale per l’efficienza del SSN.
Il decreto legge per ridurre le liste di attesa affronta una problematica che interessa buona parte della popolazione. Si tratta di una criticità molto importante della sanità pubblica, che ha radici lontane e che si è progressivamente aggravata con il tempo tanto da diventare ormai insostenibile. E’una problematica molto complessa che non può certamente essere risolta in tempi brevi né con un solo intervento, ma questo può e deve essere un primo grande passo.
Varie componenti hanno portato alla situazione odierna, tra queste hanno avuto un ruolo fondamentale la carenza di personale sanitario, la mancanza di una vera rete territoriale per cui la domanda di salute della popolazione si è riversata tutta (o quasi tutta) sugli ospedali e sui Pronto soccorso creando una inappropriatezza di richiesta di accertamenti.
Era essenziale che si rivedesse il “sistema salute” per affrontare il problema in termini strutturali e pertanto c’è da complimentarsi con il Ministro per avere iniziato questo importante percorso che implica anche un ridimensionamento della Medicina Difensiva. Il rafforzamento del sistema di coordinamento nazionale c/o Agenas, con una modalità di monitoraggio, un modello innovativo che possa garantire la interpretabilita’ dei dati, un CUP unico di prenotazione regionale ed interregionale che integrerà tutte le prestazioni mediche disponibili nel pubblico e nel privato convenzionato, la base giuridica per far partire il supporto della intelligenza artificiale alla Telemedicina ed alla medicina convenzionata sono senz’altro un importante impegno di questo DDL.
Si aggiunga poi l’aumento del tetto di spesa per le assunzioni e 250 mln per la defiscalizzazione della produttività aggiuntiva che sono passaggi determinanti per raggiungere questo obiettivo. Per fare tutto questo, però ,bisogna sempre avere come punti fermi due concetti: dignità e rispetto che vanno declinati per tutti gli attori coinvolti, operatori sanitari e cittadini.
I medici, il personale sanitario tutto devono ,sempre, svolgere il loro lavoro con dignità, con serenità, con l’entusiasmo e la passione che li hanno spinti a fare questa scelta nella loro piena autonomia professionale. Al di là delle polemiche, acuite dalla fase pre-elettorale, bisognava pur cominciare per creare un percorso nuovo che tenesse conto delle necessità sia degli operatori sanitari sia della popolazione, con personale adeguato alla richiesta di salute che si è modificata nei decenni, con una rete territoriale capillare e con una organizzazione che preveda un monitoraggio costante e permetta di fare incontrare domanda ed offerta con modalità il più possibile appropriate.
E’ auspicabile che nel corso di discussione del progetto di legge vengano apportate ulteriori migliorie, come la più chiara definizione delle priorità e vengano stanziati fondi per rendere più facilmente realizzabili tali presupposti. Questo vale per tutti gli ambiti di salute e, a maggior ragione, per tutto ciò che riguarda la salute delle donne che non sono solo la metà della popolazione ma rappresentano un importante indicatore della sanità nel suo complesso.
Ma di tutto questo sono sicuro che il Ministro ne terrà conto .