AgenPress. Quando l’estate scorsa io sono venuta qui in Albania e ho iniziato a discutere con il Primo Ministro Rama di questo accordo, noi siamo partiti da alcune considerazioni di fondo. La prima di queste considerazioni è che l’immigrazione irregolare di massa è un fenomeno che chiaramente l’Unione europea e gli Stati membri della Ue non possono affrontare da soli.
Da questo punto di vista riteniamo che la collaborazione anche degli Stati Ue con gli Stati – speriamo per poco tempo – ancora extra-Ue sia fondamentale, e che sia importante lavorare tutti insieme per rilanciare e rafforzare quella cooperazione.
Allora, Italia e Albania hanno lavorato insieme a questo Accordo che fa esattamente questo e che si pone sostanzialmente tre obiettivi: contrastare il traffico di esseri umani; prevenire i flussi migratori irregolari; accogliere in Europa solamente chi ne ha davvero diritto, chi ha davvero diritto alla protezione internazionale.
Con questo Accordo l’Albania ha dato la possibilità all’Italia di utilizzare alcune aree demaniali albanesi, Shengjin – che è dove ci troviamo oggi – e l’area di Gjader – tra Lezha e Scutari -, nelle quali l’Italia sta realizzando due strutture dove gestire l’ingresso e l’accoglienza temporanea degli immigrati che vengono intercettati in mare. Si tratta, come ho detto molte volte, di un accordo estremamente innovativo.
Quando noi lo abbiamo sottoscritto, forse lo ricorderete, mi sono augurata che potesse diventare un modello e oggi possiamo dire con orgoglio che lo sta diventando, se è vero come è vero, che qualche settimana fa circa quindici Nazioni europee su ventisette, quindi la maggioranza degli Stati membri dell’Unione europea, ha sottoscritto e ha inviato un appello alla Commissione europea sull’immigrazione per chiedere, tra le altre cose, che l’Unione segua il modello italiano dell’Accordo con l’Albania. Perfino la Germania, anche essa a guida socialista, ha dichiarato attraverso le parole del suo Ministro dell’Interno di seguire con interesse questo Accordo.