AgenPress. Paolo Crepet, psichiatra e autore del libro ‘Mordere il cielo’, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, ospite della trasmissione di approfondimento ‘L’Italia s’è desta’, condotta dal direttore del giornale radio Gianluca Fabi e da Roberta Feliziani.
“Sono 30/40 anni che abbiamo scelto di declinare le emozioni e le abbiamo contrabbandate con qualcos’altro, cioè al posto delle emozioni c’è una sorta di efficacia un po’ idiota che è quella della tecnologia digitale” ha commentato lo scrittore.
Rispetto ai dati preoccupanti riportati da un’inchiesta di Dagospia, secondo cui tra il 2023 e il 2024 ci sono state 133 aggressioni contro gli insegnanti, Crepet ha osservato: “A monte c’è un odio per la meritocrazia, perché c’è gente che è diventata ministro con un curriculum di tre righe. Se basta una telefonata di papà per risolvere chissà quale problema, che c’entra la professoressa di matematica? Anzi, la prenderò a schiaffi perché è una sorta di grillo parlante che mi ricorda una cosa che detesto, cioè che io devo formarmi, studiare”.
L’autore ha parlato inoltre dell’impatto dei social media sulla società: “I social non sono stati inventati per diffondere Leopardi, sono stati inventati per dare fiato a quel pochissimo che c’è tra di noi. Ma voi sapete quanti genitori parlano con Alexa? -ha continuato Crepet- se questa la chiamate famiglia, cioè dove dal divano uno ordina alla televisione di spegnersi alle 23:24 perché tu non te lo ricordi, è un’ammissione di una demenza precoce avanzante. Io che studio queste cose sono anche divertito da questo calo dell’intelligenza”.
Rispetto alle studentesse che, per ribellarsi al voto preso all’esame di greco alla maturità, hanno fatto scena muta, ha detto: “io non mi sarei mai permesso, anche non avendo studiato, di fare la Greta Garbo della situazione e uscire negli applausi generali dicendo ‘andatevene tutti quanti a quel paese’, perché è una mancanza di rispetto comunque sia. Sarebbe come se Sinner, davanti a Djokovic, dicesse ‘basta, mi ha rotto le scatole, me ne torno nello spogliatoio’. Sinner non fa così e allora anche i ragazzi imparino da chi è un lottatore. Ma sa perché tutto questo succede? Perché queste sono generazioni che non hanno mai giocato, gli abbiamo tolto il gioco, gli abbiamo messo la PlayStation e questo vuol dire che non sanno perdere” ha concluso.