AgenPress. Aveva scelto un valico poco trafficato, quello di Resia, per entrare in Italia, convinto di eludere i controlli delle Forze dell’ordine imbattendosi – però – in ben tre pattuglie della Guardia di finanza, impegnate in attività di controllo economico del territorio proprio nei pressi di quel posto di confine.
L’uomo, un cittadino italiano incensurato di 55 anni, da tempo residente in Germania, non è riuscito, a quel punto, a dissimulare la propria sorpresa e, nel tentativo di sottrarsi a un possibile controllo, nonostante ormai fosse incolonnato in una lunga fila di mezzi, ha azzardato una inversione di marcia.
La manovra non è passata inosservata agli occhi dei Finanzieri della Compagnia di Merano e della Tenenza di Silandro, che hanno raggiunto l’auto e chiesto al conducente di accostare.
Le prime spiegazioni fornite non hanno fatto altro che alimentare i sospetti dei militari; in un misto tra tedesco e dialetto siciliano, l’autista ha detto di essersi reso conto di aver sbagliato strada, per poi rettificare tale affermazione quando il navigatore satellitare del proprio cellulare ha annunciato a gran voce che a distanza di pochi minuti avrebbe raggiunto la destinazione desiderata.
A quel punto, ha detto di essere un turista, desideroso di visitare il lago di Resia e per convincere le Fiamme Gialle ha mostrato il punto di destinazione indicato dal navigatore.
Ma i militari non si sono accontentati di prendere atto di tale giustificazione ed hanno analizzato il percorso impostato, scoprendo che il viaggio era stato particolarmente travagliato.
Partito da una località nei pressi del lago di Costanza il giorno prima, l’auto era entrata in territorio svizzero e, nei pressi del confine con il territorio italiano, il conducente aveva invertito la rotta, ritornando in Germania e, da lì, in Austria, per poi proseguire verso passo Resia.
I finanzieri hanno ritenuto che quel tragitto fosse stato determinato dall’incertezza circa il punto di ingresso da prescegliere per entrare in Italia e ciò, evidentemente, perché l’uomo aveva qualcosa da nascondere. Con tali presupposti, non restava che far intervenire l’unità cinofila.
Quando Serena, il vice brigadiere conduttore di Escot, un pastore tedesco anti droga di nove anni, entrambi in servizio al Gruppo Bolzano, ha prelevato il cane dall’auto, l’autista si è prodotto in un’ultima fantasiosa giustificazione. Ha detto di trasportare salsicce, per giustificare il forte interessamento dell’unità cinofila verso il porta bagagli dell’auto.
All’interno dei quattro borsoni da palestra stivati nell’auto non c’erano, però, generi alimentari, ma ben 104 chili di hashish, confezionati in panetti.
Lo stupefacente e l’auto sono stati sequestrati e l’uomo – nei cui confronti vige la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva – accompagnato presso la Casa circondariale di Bolzano, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
Sono state immediatamente avviate le indagini volte a individuare la provenienza e i destinatari della merce che, una volta giunta sul mercato, avrebbe fruttato all’organizzazione oltre 3 milione di euro.