Ana de Armas: la ragazza cubana è Action Star of the Year

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AgenPress. Ana de Armas nasce a Santa Cruz del Norte, Cuba, in un giorno di primavera del 1988, con lo sguardo già acceso da un fuoco che non s’impara: quello di chi vuole lasciare un segno. Non viene dal lusso né dalle luci dei riflettori, ma da una casa normale, fatta di sacrifici carichi di speranza. A quattordici anni frequenta la Scuola Nazionale di Arte dell’Avana, ma non aspetta che le occasioni bussino: le rincorre. Si presenta ai casting con la determinazione di chi sa che il talento, da solo, non basta. E quando ottiene il suo primo ruolo nel film Una rosa de Francia, ha diciotto anni e gli occhi di chi ha già deciso che non si fermerà.

Madrid arriva come una rivoluzione personale, il punto di svolta di una giovane donna che lascia tutto per inseguire un’idea di sé più grande, più audace. In Spagna, il pubblico inizia ad affezionarsi a lei grazie alla serie El Internado, dove interpreta una ragazza misteriosa in un collegio gotico. Il suo volto diventa familiare, ma non scontato. Si muove nel mondo della televisione con naturalezza, ma è evidente che il suo passo guarda più lontano. C’è chi si accontenta di brillare sotto un cielo già illuminato, chi invece punta dritto verso quello ancora buio, per accenderlo da sé. Ana de Armas appartiene a questa seconda categoria.

Hollywood: il grande salto e le sue prove del fuoco

Arrivare a Los Angeles senza conoscere l’inglese potrebbe sembrare un azzardo. Per Ana de Armas, è stato solo il prossimo ostacolo da superare. Studia la lingua con la stessa fame con cui un’esploratrice cerca il nord nella notte. E quando finalmente riesce a parlare fluentemente l’inglese, lo fa con ruoli che non si dimenticano. Il primo impatto con il pubblico americano arriva con Knock Knock, al fianco di Keanu Reeves, ma il vero sussulto lo regala in Blade Runner 2049, dove veste i panni (virtuali) di Joi, un’intelligenza artificiale fatta di pixel e malinconia.

C’è qualcosa di indecifrabile nel modo in cui Ana de Armas occupa lo schermo. Un’eleganza che non grida, una forza che non si impone, ma che resta. In Knives Out, nel 2019, è Marta Cabrera, infermiera coinvolta in un delitto da romanzo. È lì che finalmente si parla di lei come candidata ai Golden Globe. Ma la consacrazione arriva qualche anno dopo, quando il mondo la vede trasformarsi in Marilyn Monroe nel controverso film Blonde. Quel ruolo divide, scuote, infastidisce, ma non passa inosservata. Ana viene nominata agli Oscar. Non vince, ma conquista un altro tipo di riconoscimento: quello della critica che la guardava distrattamente e ora non riesce più a toglierle gli occhi da dosso.

Il presente è già leggenda

Nel 2023 non si limita a galleggiare sull’onda: la cavalca. In Ghosted si muove accanto a Chris Evans con leggerezza, ma senza superficialità. Poi afferra a piene mani il timone di Ballerina, spin-off del mondo di John Wick. Nessuna ragazza fragile stavolta, ma un’assassina spietata, addestrata e guidata da una sete di vendetta gelida e incandescente allo stesso tempo. Nel film, in uscita a giugno 2025, si parla di lei come dell’unica attrice capace di fondere grazia e violenza in un unico gesto.

Durante le riprese di una scena particolarmente complessa, Ana de Armas maneggia un lanciafiamme, e qualcosa in lei si spezza, o forse si salda: un’energia nuova si impossessa del suo volto. È questa intensità che ha colpito la giuria del CinemaCon, dove è stata premiata come “Action Star of the Year”. Un riconoscimento che la proietta fuori dalle etichette, lontano dai cliché delle bellezze che decorano i set. Qui si parla di una donna che guida la narrazione, che sposta i confini dei ruoli scritti per le attrici latine a Hollywood. E lo fa con uno stile che è insieme metallo e seta.

Tra gossip, speculazioni e un’aura che non si spegne

La sua vita privata fa gola ai tabloid. È il prezzo che si paga quando si diventa icona. Dopo una chiacchierata storia d’amore con Ben Affleck, naufragata nel 2021, Ana de Armas è stata vista in più di un’occasione con Tom Cruise. Qualcuno sussurra relazioni, altri parlano di sinergie professionali. Lei non commenta, e forse fa bene. In un’epoca in cui tutto viene messo in piazza, la riservatezza è un atto di ribellione elegante.

Non è una diva nel senso classico del termine. Non posta ossessivamente, non insegue gli scandali, non forza i sorrisi. Cammina nel mondo con il passo di chi sa che l’attenzione si ottiene anche tacendo. Eppure, ogni volta che esce un suo film, le ricerche online esplodono. Ogni dettaglio viene passato al setaccio, come se il pubblico volesse capire dove finisce il personaggio e dove inizia la persona. Ma forse, con Ana, le due cose coincidono più di quanto si creda. È la sua forza: essere se stessa anche quando interpreta qualcun altro.

Ana de Armas, una stella che non ha bisogno di brillare per riflesso

Il mondo del cinema cambia in fretta. Le mode passano, i volti si sostituiscono come carte in un mazzo che viene rimescolato ogni stagione. Eppure, c’è qualcosa in Ana de Armas che non passa. Una presenza che non urla ma resta in testa. Una malinconia leggera, come il profumo dei gelsomini nelle sere d’estate, che accompagna ogni sua interpretazione. In un panorama saturo di performance scolpite, lei arriva e scivola dentro le storie con una naturalezza che non si imita. Non si sforza mai di piacere: convince. E questo, nel cinema di oggi, è una forma di rivoluzione.

Chi guarda a lei come a una meteora si sbaglia. Ana de Armas non brilla per caso, ma per volontà. Ogni scelta di copione, ogni trasformazione fisica, ogni rischio preso – tutto fa parte di un disegno più ampio. E il fatto che oggi sia una delle attrici più richieste non è frutto di una campagna studiata a tavolino, ma della somma delle sue scelte e delle sue prove. E forse, anche dei suoi dubbi. Perché ci sono stelle che si accendono all’improvviso. Altre invece si costruiscono, passo dopo passo, scena dopo scena, respiro dopo respiro.

 

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