AgenPress. La elezione al soglio pontificio di Leone XIV ha suscitato una attenzione diversa dal passato. Non mi riferisco alla mobilitazione e all’interesse che in ogni tempo non è mancata, ma al modo come è stata commentata da una frange consistente di osservatori.
I primi gesti del Santo Padre hanno fatto sì che organi di informazione si discostassero dal pur comprensibile affastellamento di notizie e di curiosità sul nuovo Pontefice, per affrontare questioni antiche e nuove affidate alla cura pastorale del successore di Pietro.
La elezione di Prevost ha offerto visioni di ampio respiro rispetto le angustie della politica nostrana non esaltanti. La elezione di Leone XIV ha indotto molti a sottrarsi dalle logiche dove ci sono solo lotte per il potere, che pur non mancano e non sono mancate nella Chiesa.
Si avverte una aria diversa dopo le prime uscite del nuovo Pontefice.
La riproposizione ossessiva dello scontro tra progressisti e conservatori perde di significato rispetto al messaggio universale della Chiesa in una visione trascendente.
Voler riportare il tutto ad analogie a quanto si registra oggi in Italia, dove langue il pensiero, è un errore.
Il nostro Paese e il mondo intero devono trovare negli orizzonti tracciati dal Pontefice le ragioni per operare per la pace e la giustizia.
Il motto di Leone XIV “In Illo uno un um” indica il fine del nostro percorso terreno.
E’ un richiamo che affascina. Ci riporta nel verso giusto della storia dell’umanità con un patrimonio di valori e di fede troppe volte dissipato. Leone XIV è nella continuità di Francesco, un grande pontefice.
Ogni successore al soglio pietrino ha dato una impronta al proprio Magistero nella fedeltà del Vangelo rispetto alle peculiarità dei tempi.
Leone XIV, nella continuità, forza per rompere l’assedio alla Città dell’Uomo, dove c’è morte e immani tragedie.
Leone XlV richiama Leone Xlll il Papa della ” Rerum Novarum “che dischiuse ai cattolici la via per la lora presenza organizzata in politica.
Sturzo e il Ppi furono il segno di quei tempi nuovi in cui la dottrina sociale cristiana dava alimento e speranza.
Oggi non c’è un polo cristiano in politica ma tanti che pur dichiarandosi democratici cristiani vagano senza meta o si allocano dove c’è convenienza.
Invochiamo spesso la ricomposizione dell’unità in politica di quei democratici cristiani, che non hanno perso la passione.
L’ispirazione e l’esperienza sociale di questo Pontefice deve richiamare alla responsabilità i democratici cristiani per favorire una nuova fase del loro impegno in politica, come alla fine dell’800 un altro Leone fu l’illuminato ispiratore della prima!
Mario Tassone (ex deputato della Repubblica Italiana – già vice Ministro).