DICHIARAZIONI SUL NON VOTO POTREBBERO REALIZZARE IL REATO DI BOICOTTAGGIO PREVISTO DAL CODICE PENALE
AgenPress. Il Codacons ha presentato oggi un esposto alla Procura della Repubblica di Roma chiedendo di accertare l’operato della Premier Giorgia Meloni in merito al prossimo referendum.
Come noto, in occasione della festività del 2 giugno, la Presidente del Consiglio ha dichiarato che andrà al seggio dei referendum dell’8 e 9 giugno ma non ritirerà la scheda per votare contribuendo, di fatto, al non raggiungimento del quorum necessario per la validità della consultazione. Tale affermazione sarebbe stata interpretata come un invito implicito all’astensione, con l’obiettivo di far fallire il referendum.
“In un momento storico in cui la partecipazione democratica è più che mai essenziale per il futuro del nostro Paese, ogni tentativo di ostacolare questo diritto fondamentale rappresenta un attacco alla nostra democrazia e alla dignità di ogni cittadino italiano – scrive il Codacons nell’esposto – Nel nostro ordinamento l’articolo 507 del Codice Penale punisce il boicottaggio, ossia la condotta di chi, mediante propaganda o esercizio di autorità, induce altri a non esercitare diritti fondamentali, tra cui il diritto di voto. Caratteristica fondamentale di tale reato è la sua plurisoggettività. Infatti, oltre all’istigatore, unico soggetto punibile, la norma richiede la presenza di almeno un altro soggetto che venga da lui istigato. La Corte di Cassazione ha chiarito che detto reato si configura anche quando si promuove in modo sistematico e organizzato un comportamento volto a ostacolare la partecipazione elettorale, compromettendo la regolarità e la legittimità della consultazione (Sez. Penale, sentenza n. 12345/2018)”.
“Le dichiarazioni pubbliche della Presidente del Consiglio circa il recarsi al seggio senza ritirare la scheda, assumerebbero pertanto una portata ben più ampia di una semplice opinione personale, configurandosi come un invito implicito a boicottare la consultazione referendaria. Tale condotta, provenendo da una figura istituzionale di vertice, è idonea a determinare un effetto di massa e a compromettere il libero e pieno esercizio del diritto di voto, con conseguente lesione dei principi democratici e costituzionali che regolano la partecipazione elettorale” – conclude il Codacons.