AgenPress. Ancora oggi ci sono capitoli aperti sul piano storico sulla vicenda che ha interessato Italo Balbo. Una personalità di primo piano nel fascismo movimento nascente.
Ci sono domande che, nonostante letture, interpretazioni, e approfondimenti, restano senza risposte certe. La vera sconfitta di Mussolini comincia con la morte di Balbo.
Mussolini non comprende fino in fondo la tragedia. Chissà fino a quando continueremo a porci una domanda che suona ancora nevralgica per capire la fine del Fascismo? Ovvero come sarebbe stata la seduta del Gran Consiglio della serata del 25 – 26 luglio del 1943 con la presenza di Italo Balbo? Cosa sarebbe accaduto del rapporto tra Mussolini e Hitler se il destino tragico di Italo Balbo non lo avesse colto morto ammazzato nei cieli di Tobruk 85 anni fa? Era il 28 giugno del 1940. Il suo aereo veniva abbattuto nei cieli di Tobruk. Con lui anche Nello Quilici, il papà di Folco.
Ci si chiede ancora oggi se un solo personaggio, squadrista, gerarca, ministro, esiliato in Africa costantemente in competizione con Mussolini e intelligente e colto, sarebbe tornato in Italia nel luglio del 1940? Lo sappiamo che i “se” non hanno importanza nella storia ma resta un fatto certo. Italo Balbo era l’unico che avrebbe potuto sostituire Benito Mussolini prima del dramma farsa del tradimento di Grandi, Ciano e Bottai e altri. Completamente diverso dall’ambizioso Grandi, in fuga, impavido rispetto al Bottai arruolato nella legione straniera, non ambiguo rispetto al Ciano che si pensava intoccabile.
Italo Balbo è il vero “eroe” di quel Risorgimento mancato che ha avuto la sua continuità nella tragica disfatta di un Fascismo che ha stretto l’Italia nelle grinfie di un Hitler strategico e agonizzante e tragico.
Balbo si lascia esiliare. Certo la sua andata in Africa, o meglio come si vuole definire la sua missione in Africa, era diventata un punto di forza non solo con le cosiddette traversate o le crociere del Mediterraneo, ma perché, sostanzialmente, per Balbo, il Mediterraneo e la conoscenza profonda non solo della geografia mediterranea ma anche del popolo mediterraneo lo aveva portato a stringere dei rapporti di natura politica, ma anche funzionale dal punto di vista dell’intreccio nella scacchiera, tra l’Africa del Nord e l’Atlantico, ponendo in discussione una rivoluzione su tesi che poi si sono dimostrate di straordinaria importanza e attualità subito dopo sia la caduta del Fascismo sia nel corso delle diplomazie tra Occidente e Unione Sovietica.
Balbo aveva ben capito, interprentando il pensiero anglo-americano riproponendolo come necessità di un confronto tra il Fascismo nazionalista, ovvero il Fascismo prima del “bivacco”, e il bolscevismo intesi come modelli rivoluzionari in una Europa che aveva come centro d’azione e di partenza le vittorie mutilate della Prima Guerra Mondiale.
Tra i fascisti, compreso il pericolosissimo Graziani, Balbo aveva la capacità di intraprendere dei processi dialettici sia con l’Inghilterra stessa e sia, dopo lo scontro duro, con le diplomazie del Vaticano e con la Monarchia.
L’interrogativo rimane. Balbo che non veniva definito come intellettuale puro e non lo era aveva dalla sua parte uomini del pensiero libero. Aveva dalla sua parte personalità come Nello Quilici, Giuseppe Prezzolini, Ardengo Soffici, Carlo Belli, tanto che lo stesso Prezzolini ne parla abbondantemente nel suo “Diario” del 1939-45. Ardengo Soffici si chiedeva : “Farsi uccidere in quel modo, in una specie di passeggiata di famiglia, e gli inglesi dicono che è stato ucciso dagli italiani non in combattimento.
Perché?”.
Un perché che si arrovella intorno ai temi del Fascismo, perché non si può inquadrare la visione fascista di Italo Balbo senza pensare ad un personaggio che aveva superato tutte le fasi del Fascismo totalitario e cercava una mediazione per giungere ad uno Stato in cui avesse la capacità di aprire frontiere e non di aggredire gli Stati frontalieri. Nemico, tra l’altro, del Patto del 1939 con la Germania.
Ugo Ojetti si era più volte posto la seguente riflessione: “Il fatto è che se Mussolini dovesse scomparire Balbo è il solo autentico fascista capace di governare ed essere obbedito”. Una osservazione che ancora brucia.
Elegante nei modi, grande amante. Dal 1936 fino al giorno della morte ebbe una straordinaria relazione con l’attrice Laura Adani. Conosciuta in Libia, una donna bionda, profondamente attraente. Aveva diciassette anni meno di lui. Balbo innamoratissimo.
Oltre i parenti stretti, gli amici e tra questi Carlo Belli, Laura fu l’unica a piangerlo nel graffio di un dolore. Morto da tragico, come gli eroi greci, in una tragedia che non ha mai smesso di recitare la coralità dell’inquieto vivere. Come profeta di una disperazione imminente che doveva sconvolgere l’Europa intera. Italo Balbo lo stratega dei cieli del Mediterraneo. Nella notte dei tradimenti Balbo, conoscendo la sua storia, si sarebbe schierato dalla parte di Mussolini?
Per lui il Mediterraneo costituiva il legame più coinvolgente tra Oriente e Occidente e il Regime mai avrebbe potuto immaginare che sarebbe diventato un leader in grado di contrapporsi a Mussolini stesso. Eppure fu un personaggio molto amato. Aveva realizzato la strada per i Mediterranei definendo degli accordi di pace proprio a guerra iniziata da parte della Germania. Certo un nemico per Hitler ma anche per gli inglesi.
Sarebbe bastato un uomo come Balbo a cambiare le sorti del Fascismo e della notte del Gran Consiglio?
Pierfranco Bruni