AgenPress. La ASL di Bari ha formato i primi 70 infermieri di Famiglia e di Comunità, figure strategiche per promuovere un modello di assistenza territoriale sempre più vicino ai bisogni delle persone.
Oggi la cerimonia di consegna degli attestati agli operatori che per primi hanno concluso il percorso formativo, all’interno dell’Auditorium Arcobaleno, nella sede dell’azienda sanitaria barese: hanno partecipato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Piemontese, il direttore generale dell’ASL Bari Luigi Fruscio, il dirigente responsabile delle Professioni Sanitarie Ospedaliere e Territoriali dell’ASL Bari Mauro Martucci e il presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Bari Saverio Andreula.
“É una innovazione della Regione Puglia -ha spiegato il presidente Emiliano – che consente alle famiglie di avere un supporto sanitario quotidiano: questi infermieri, da un lato migliorano la vita dei pazienti con piccole medicazioni, piccoli interventi, consigli e sostegni, e dall’altro alleggeriscono il peso di altre strutture sanitarie, soprattutto perché monitorano i pazienti ed evitano che si creino situazioni poi risolvibili solo con ricoveri, spesso inutili, o peggio ancora attraverso il pronto soccorso.
Ci auguriamo – ha concluso – che questa nuova figura possa anche offrire ai pazienti la formazione necessaria per interagire con un sistema sanitario complesso. E più il sistema cresce, sia dal punto di vista tecnologico che dal punto di vista delle prestazioni, più c’è bisogno di questi angeli custodi nelle nostre famiglie. Mi auguro che questa innovazione che abbiamo introdotto possa darci i risultati sperati”.
La figura dell’infermiere di famiglia opera in stretto contatto con le famiglie, i medici di Medicina generale e gli altri professionisti dell’assistenza territoriale. In base agli interventi previsti dalla Missione 6 Componente 1 del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) ed in particolare alla riforma del nuovo modello organizzativo della rete di assistenza sanitaria territoriale, queste figure professionali saranno operative anche nelle case di Comunità, nelle centrali operative territoriali (COT), Ospedali di comunità e unità di continuità assistenziale.
“La cerimonia di oggi – ha dichiarato l’assessore alla Sanità, Raffaele Piemontese – segna un primo traguardo importante nella realizzazione di un modello di sanità territoriale in cui entra una figura nuova, importante, l’Infermiere di Famiglia e Comunità. Abbiamo avviato percorsi formativi in tutta la regione, con una prima dotazione di oltre 83 mila euro, in collaborazione con gli ordini professionali e le aziende sanitarie, per formare professionisti capaci di portare la sanità pubblica dentro la vita reale delle persone. L’infermiere di famiglia e comunità non risponde più al campanello in reparto, ma bussa alla porta ed entra nelle case delle persone, misurandosi con realtà ogni giorno diverse, spesso fragili. Per questo nuovo modello, che si discosta dall’assistenza ospedaliera tradizionale, stiamo investendo in una formazione specialistica di qualità”.
La ASL sta formando complessivamente 300 infermieri distribuiti in 6 diverse classi da 50 unità. Durante il tirocinio, gli infermieri hanno progettato e realizzato interventi concreti di promozione della salute, operando direttamente nei contesti territoriali.
“Per la ASL Bari -ha argomentato il dg Luigi Fruscio – oggi è un giorno importante, i primi 70 Infermieri di Famiglia e Comunità hanno ricevuto il loro attestato, dopo aver portato a termine con dedizione il percorso previsto dal DM 77/2022, modello della nuova sanità territoriale. Non è solo una celebrazione, è un gesto di fiducia verso il futuro: questi infermieri saranno presenza viva accanto alle persone, in ogni angolo del territorio. Formare professionisti preparati e radicati nei territori è la strada giusta per realizzare una sanità pubblica più vicina ai cittadini attraverso gesti di ascolto, di cura, di presa in carico dello stato di salute delle persone”.
L’esperienza pratica ha rappresentato un valore aggiunto del percorso formativo, contribuendo a consolidare il ruolo dell’infermiere di famiglia e comunità come figura chiave dell’assistenza territoriale di prossimità.
“Dai comuni costieri a quelli dell’entroterra – ha detto Mauro Martucci, dirigente responsabile delle Professioni sanitarie ospedaliere e territoriali della ASL – sono stati sviluppati progetti a servizio della comunità su temi come la prevenzione delle cronicità, l’educazione sanitaria, l’aderenza terapeutica e la presa in carico di fragilità sociali e sanitarie”.