Prof. Foad Aodi: “Chi uccide un giornalista uccide la verità, chi lascia morire un bambino di fame uccide l’umanità”
AgenPress. “Oggi Gaza ha perso non solo cinque professionisti dell’informazione, ma cinque occhi sul mondo, cinque voci che raccontavano la verità e che sono state messe a tacere con la violenza,” dichiara il Prof. Foad Aodi in qualità di presidente onorario della Co-mai (Comunità del Mondo Arabo in Italia) e di presidente dell’Umem (Unione Medica Euromediterranea) nonché a nome dei rispettivi consigli direttivi. Aodi, va ricordato, continua nella sua battaglia legata all’informazione e alla salute globale, come medico, giornalista internazionale ed esperto di salute globale, Direttore dell’AISC – Agenzia Internazionale di Informazione Senza Confini, e ancora come membro del Registro Esperti FNOMCeO, quattro volte consigliere dell’OMCeO di Roma e docente dell’Università di Tor Vergata.
Le vittime sono: Anas Al-Sharif, corrispondente; Mohammed Qreiqa, corrispondente; Ibrahim Zaher, cameraman; Moamen Alouwa, cameraman; Mohammed Noufal, autista. Tutti assassinati mentre documentavano la tragedia quotidiana della popolazione civile di Gaza.
265 vittime tra i giornalisti: il conflitto più letale del secolo
Dal 7 ottobre 2023, Gaza è diventata la zona di guerra più mortale al mondo per i giornalisti. I nostri giornalisti e medici segnalano oltre 265 tra giornalisti, cameraman e operatori dei media uccisi, la maggior parte palestinesi. Mai, nella storia recente, la libertà di stampa ha subito un colpo così devastante. In molti casi, le vittime indossavano chiaramente giubbotti con la scritta “PRESS” o si trovavano nelle proprie abitazioni insieme alle famiglie. Questa non è una tragica casualità: è un attacco deliberato alla documentazione indipendente, per oscurare la verità e controllare la narrazione.
Uccisi dentro le loro tende mentre erano a lavoro: orrore senza fine
«Questi cinque colleghi sono morti mentre si trovavano al lavoro, sotto la loro tenda. È un triste e drammatico record mondiale per le uccisioni, senza considerare i numerosi giornalisti feriti. Nello stesso tempo, più di 1.280 professionisti della sanità sono stati uccisi, tra medici, infermieri e operatori sanitari.
Per quanto riguarda l’impegno di Co-mai, AISC News e UMEM, questo non nasce oggi e nemmeno ieri: nasce dal 2008, anno in cui è nata la Comunità del Mondo Arabo in Italia, impegnata quotidianamente a favore della verità, della solidarietà, del dialogo e della pace. Un impegno portato avanti senza mai perdere l’equilibrio del linguaggio, nel rispetto reciproco e nella lotta costante contro antisemitismo, islamofobia e ogni forma di discriminazione religiosa.
Ripetiamo: la questione non è religiosa, la questione è politica. Lo ribadiamo fin dal 2000 con l’impegno di AMSI, Associazione Medici di Origine Stranieri in Italia, a favore dei diritti umani, del diritto alla salute, dei corridoi sanitari e delle emergenze in tutti i conflitti che abbiamo seguito. Abbiamo seguito tutte le crisi internazionali e le emergenze umanitarie, senza distinzioni.
Il nostro appello al mondo politico italiano ed europeo è chiaro: non dividetevi tra tifosi di una parte o dell’altra. Dobbiamo tifare tutti per la pace, per il dialogo, per la verità e per salvare i bambini e le donne civili: questo è ciò che conta davvero.
La storia giudicherà chi ha avuto il coraggio di metterci la faccia in modo serio e costante, e non a giorni alterni, in modo ambiguo o per interessi elettorali e fini politici. Questi comportamenti non saranno mai perdonati dalla Comunità del Mondo Arabo in Italia, da AISC News e dall’Unione Medica Euromediterranea, presente in 120 Paesi.
Oggi contiamo più di 62.000 morti, di cui oltre 18.500 bambini uccisi. Più di 1.900.000 civili sono a rischio fame e malnutrizione, una condizione che avrà conseguenze fisiche e psicologiche per tutta la vita di chi riuscirà a sopravvivere».
Fame e assedio: il 32% in più di morti per malnutrizione
Parallelamente alla guerra contro l’informazione, Gaza affronta una crisi umanitaria senza precedenti: 217 morti per fame accertati negli ultimi mesi, di cui 100 bambini; un aumento del 32% rispetto al periodo precedente; quasi 12.000 bambini sotto i cinque anni in condizioni di malnutrizione acuta. Centinaia di migliaia di persone sono senza accesso regolare ad acqua potabile, cure mediche e cibo. Gli ospedali, già al collasso per la mancanza di carburante e medicinali, operano in condizioni estreme e sotto il costante pericolo di bombardamenti. Medici e infermieri lavorano sotto minaccia costante, molti cadendo vittime insieme ai pazienti.
L’appello di Aodi alla comunità internazionale
“Ci inchiniamo davanti al sacrificio dei colleghi di Al Jazeera e di tutti i giornalisti, operatori sanitari, donne, bambini e civili uccisi in questa guerra che nega diritti, voci e vite. Questi crimini non possono essere normalizzati né dimenticati: ogni silenzio complice e ogni ritardo della comunità internazionale è una condanna a morte per altri innocenti. Non si può parlare di difesa o di sicurezza quando a morire sono coloro che curano, informano, salvano vite e raccontano la realtà. Esprimiamo la nostra solidarietà più profonda alle famiglie e alle comunità colpite e rivolgiamo un appello urgente: aprite i valichi senza condizioni, garantite corridoi umanitari permanenti e sicuri, proteggete chi testimonia la verità e chi cura i feriti, fermate la carestia e il massacro. Non chiediamo carità, chiediamo il rispetto del diritto internazionale e della dignità umana. La storia giudicherà duramente chi oggi resta a guardare e chi, potendo intervenire, ha scelto di voltarsi dall’altra parte.”
Le conclusioni di Aodi
«Rivolgo un appello all’Ordine dei Giornalisti, in qualità di collega giornalista, e alla FNOMCeO, in qualità di medico, così come agli esponenti dei vari albi professionali. Chiedo di far sentire la propria tutela nei confronti di giornalisti, professionisti della sanità e rivolgo il mio appello a tutti gli altri ordini professionali sanitari, poiché tra le vittime e i soggetti a rischio ci sono infermieri, psicologi, fisioterapisti e molte altre figure professionali»
L’impegno di Co-mai, UMEM e AISC NEWS
Le tre organizzazioni ribadiscono il proprio impegno nel documentare, denunciare e portare all’attenzione internazionale le violazioni dei diritti umani nella Striscia di Gaza. Ogni giornalista ucciso è un frammento di verità sottratto al mondo. Ogni bambino morto di fame è una sconfitta per l’umanità intera. Non smetteranno di chiedere verità, giustizia e protezione per Gaza.