Meeting di Rimini 2025. Meloni: “A Caivano abbiamo dimostrato che lo Stato può mantenere la parola data, può rispettare un impegno, può mostrare il suo volto credibile”

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AgenPress. Quello che vogliamo dimostrare è che la politica può tornare autorevole. Però per farlo devi saper mettere la faccia sulle sfide difficili.

È quello che abbiamo fatto, ad esempio, in quei territori della nostra Nazione che erano stati colpevolmente abbandonati dallo Stato e lasciati al degrado e alle mafie. Stiamo ricostruendo con mattoni nuovi, restituendo speranza, riportando la gioia delle cose normali, come un parco per far giocare i bambini, un asilo dove far crescere i figli, un centro dove fare sport, un’Università nella quale valorizzare il talento dei ragazzi.

Siamo partiti – come sapete – da Caivano, e in quel territorio abbiamo dimostrato che lo Stato può mantenere la parola data, può rispettare un impegno, può mostrare il suo volto credibile.

Perché, se ci pensate, in fondo è banalmente questo che i cittadini si aspettano dalla politica: il coraggio di sapere affrontare i problemi più complessi anche a costo di fallire, l’ostinata determinazione a servire il bene comune, mettendo sempre al centro le persone e in particolare i bisogni dei più deboli. Perché non c ‘è un altro modo, come ci ha ricordato di recente anche Papa Leone, per rendere la politica “la forma più alta di carità”.

Ma quello che abbiamo fatto a Caivano non è che il punto di partenza di un percorso molto più esteso, che vuole avviare in tutte quelle realtà dove lo Stato aveva preferito indietreggiare piuttosto che rischiare. Ora sono otto i territori dove stiamo concentrando il nostro lavoro, territori nei quali stiamo estendendo il modello che a Caivano ci ha permesso, ad esempio, anche di offrire agli adolescenti alternative vere e concrete alle piazze di spaccio, alla criminalità, alla violenza, all’emarginazione.
Certo la sfida abbiamo di fronte è una sfida enorme, nessuno, ovviamente, di noi è tanto arrogante da sostenere che i problemi sono stati risolti, ma è un dato di fatto che questo Governo ha scelto – anche su questo fronte – di non girarsi dall’altra parte, come invece molti altri avevano fatto.

Vogliamo ricostruire con i mattoni nuovi della verità, con il coraggio di dire cose banali, che per troppo tempo ideologie irragionevoli hanno tentato di negare. Come che la droga fa schifo, distrugge la vita, ti promette qualcosa che non può darti e mentre lo fa ti riduce a uno schiavo. Ma anche, dall’altra parte, che se cadi nella dipendenza non sei perduto. Che se chiedi aiuto troverai qualcuno disposto a prenderti per mano, a condividere la tua lotta, le tue resistenze, le tue oscurità per costruire insieme un futuro di libertà.
Una di quelle realtà è qui vicino, è San Patrignano. Io sarò loro ospite tra poco, ma ce ne sono davvero moltissime.

Messaggi chiari per carità coraggiosi per un tempo come questo, che però sono accompagnati anche dai fatti. Come gli investimenti record sul fronte della prevenzione alla tossicodipendenza – 165 milioni, circa il doppio di quanto disponibile negli anni precedenti -, il sostegno concreto, appunto, a un mondo fatto di comunità, di servizi, di volontari, di operatori, che per troppo tempo ha operato nell’indifferenza delle istituzioni, e non desiderava altro che lo Stato fosse schierato al suo fianco. A quelle realtà voglio confermare che lo Stato al loro fianco oggi c’è. E non importa quanto sia faticoso, perché è una fatica meravigliosa – carica di amore, di speranza e di futuro.

E perché la rassegnazione per noi non è mai stata un’opzione. Non lo è neanche di fronte al processo che a molti sembra ormai ineludibile di glaciazione demografica delle società occidentali. Anche qui, come ho detto molte volte, il declino non è l’unico scenario possibile. Il declino è sempre una scelta. Combattere quel declino è la nostra scelta. E faremo ogni sforzo necessario a ricostruire una società amica della famiglia, amica della natalità, nella quale la genitorialità sia un valore socialmente riconosciuto, protetto e sostenuto.

Nella quale la famiglia torni a essere riconosciuta e valorizzata per il ruolo insostituibile che svolge.

Lo dico anche annunciando che una delle priorità sulle quali intendiamo lavorare insieme al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ringrazio, è un grande piano casa a prezzi calmierati per le giovani coppie. Perché senza una casa è difficile costruire una famiglia.

Nonostante la scarsa disponibilità di risorse che avevamo, questo Governo non ha rinunciato a compiere scelte coraggiose, garantendo nel solo 2024 benefici netti per le famiglie per oltre 16 miliardi di euro, aumentando i mesi di congedo parentale retribuito all’80%, rendendo l’asilo nido gratuito per il secondo figlio, solo per citare alcuni provvedimenti, che rendono però il tema della conciliazione vita-lavoro un fatto concreto e non semplicemente uno slogan decantato.

Però dobbiamo dirci anche che tutto questo rischia di essere vano senza un clima culturale nuovo e diverso, che dobbiamo costruire insieme. Cattivi maestri hanno proclamato per decenni che la genitorialità era un concetto arcaico e patriarcale, che andava combattuto e sostituito da valori più moderni, solo che non c’è nulla di moderno nell’affittare l’utero di una donna povera, nel privare per legge un bambino della figura del padre o della madre, nel far passare il messaggio che la genitorialità è nemica dell’affermazione personale o addirittura che i figli non vanno messi al mondo perché inquinano. Solo l’ignoranza può sostenere queste tesi deliranti e con l’ignoranza non si può costruire nessuna modernità.

 

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