“È vero che davanti a un alt della marina israeliana ci fermeremo – ha spiegato –. Ci sono due motivi chiari: primo, perché una barca a vela contro una fregata militare sarebbe come Davide contro Golia; secondo, perché i nostri protocolli, in linea con la Convenzione di Montego Bay, prevedono di rallentare e accettare il controllo in caso di intercettazione militare. Si tratta di procedure stabilite per imbarcazioni sospettate di traffici illeciti, che non è assolutamente il nostro caso: trasportiamo soltanto riso, farina e acqua”.
“Andiamo avanti uniti con la flottiglia, con disciplina e cautela, forti dei training svolti insieme e della nostra determinazione a portare aiuti” ha infine sottolineato il deputato.