LUMSA. Ambasciatrici e studenti protagonisti alla Tavola Rotonda internazionale “Donne e Diplomazia – Voci dal Mondo”

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AgenPress. Il 2 ottobre 2025 si è svolta presso la Libera Università Maria SS. Assunta (LUMSA) di Roma la Tavola Rotonda internazionale “Donne e Diplomazia – Voci dal Mondo”, promossa congiuntamente da WAI – Welcome Association Italy, Movimento uniti per Unire, Associazione Assadakah con il suo fondatore Talal Khrais, Unione comunità africane, AMSI – Associazione Medici di Origine Straniera in Italia, Co-mai – Comunità del Mondo Arabo in Italia, AISC News Internazionale e UMEM-Unione medica euro mediterranea, e ancora Unione Internazionale Arabi del 48 e numerose associazioni e comunità di origine straniera.

Hanno preso parte al convegno oltre 80 rappresentanti di ambasciate di cui più di 20 ambasciatrici provenienti da Europa, Africa, Asia, America Latina e Medio Oriente.
Il Prof. Foad Aodi – medico, giornalista internazionale ed esperto in salute globale, Direttore dell’AISC, membro del Registro Esperti FNOMCeO, quattro volte Consigliere OMCeO Roma, docente dell’Università di Tor Vergata, membro FNSI e Associazione Stampa Romana – ha coordinato i lavori accanto a Carlo Palumbo, Vice Segretario Nazionale WAI e Coordinatore del Dipartimento Studenti Internazionali AMSI e del Movimento Uniti per Unire. Entrambi hanno sottolineato l’importanza della diplomazia inclusiva e del dialogo tra culture e generazioni e la rinnovata sinergia tra Amsi/Uniti per Unire e Wai.

L’evento è stato arricchito dalla presenza di delegazioni ufficiali di studenti universitari, che porteranno il punto di vista delle nuove generazioni al centro del dibattito. Un contributo concreto al dialogo interculturale e intergenerazionale, grazie alla partecipazione di realtà accademiche e associative di primo piano: LUISS Women in International Affairs, International Networking Association, European Youth Network, Associazione Studenti Vietnamiti in Italia (ASVI), Università Pontificie di Roma, Associazione Hortensia, International Relations Innovation and Sustainability (IRIS), Comunità del mondo arabo in Italia(co-mai) e Unione internazionale arabi del 48.

Ambasciatrici da tutto il mondo a confronto
La platea diplomatica è stata composta da figure di rilievo internazionale: Mirjana Jeremić, Ambasciatrice della Serbia; dall’Africa Metani Chauke (Zimbabwe), Nogozene Bakayoko (Costa d’Avorio) e Cyrille Ganou Badalo (Burkina Faso); dall’America Latina Monica Robelo Raffone (Nicaragua), Ligia Margarita Quessep Bitar (Colombia), Marta Granda Aurehoff (Cuba) e Teresa Subieta Serrano (Bolivia – Santa Sede). Dall’Asia è intervenuta Vani Rao, Ambasciatrice dell’India, mentre per l’Europa hanno partecipato Anne Eastwood (Principato di Monaco), Nita Shala (Kosovo) ed Elif Çomoglu Ülgen (Turchia). Per l’area araba e mediterranea erano presenti Asmahan Abdulhameed Al Toqi (Yemen).

Gli studenti al centro della diplomazia del futuro
Il convegno ha posto al centro gli studenti italiani e stranieri come protagonisti di una diplomazia nuova, interculturale e intergenerazionale. La presenza delle delegazioni universitarie – dalla LUISS Women in International Affairs agli studenti vietnamiti, dall’European Youth Network fino all’Associazione Hortensia, e ancora Co-mai, Unione Internazionale arabi del 48 e IRIS – ha testimoniato la volontà dei giovani di incidere concretamente nel dialogo internazionale.

Un nuovo ciclo per la diplomazia inclusiva
Nella sua relazione, Foad Aodi ha ribadito con forza che il futuro della diplomazia non può prescindere dalle nuove generazioni, considerate la vera linfa per costruire società più inclusive e resilienti. Secondo Aodi, la partecipazione attiva degli studenti italiani e stranieri non è soltanto un’opportunità, ma una necessità politica, culturale ed economica. Le nuove generazioni portano infatti competenze linguistiche, esperienze interculturali e capacità di visione globale che rappresentano un patrimonio essenziale per l’Italia e per l’Europa.
Il professore ha richiamato con chiarezza i problemi concreti che ostacolano il percorso formativo degli studenti stranieri: il caro-vita, l’accesso difficile a soluzioni abitative dignitose, i costi dei corsi di lingua e le truffe da parte di intermediari improvvisati. Queste criticità, ha spiegato, minano la possibilità di una piena integrazione e rischiano di frenare l’enorme potenziale di questi giovani.
Al tempo stesso, Aodi ha evidenziato come la loro presenza costituisca una risorsa strategica per il sistema sanitario nazionale, oggi messo alla prova da una grave carenza di professionisti e da un calo preoccupante delle iscrizioni ai corsi universitari nelle professioni della salute. Gli studenti di origine straniera, se adeguatamente sostenuti e valorizzati, possono contribuire non solo a colmare i vuoti di organico, ma anche a portare nuove competenze, sensibilità interculturali e visioni moderne della cura.
Questo approccio – ha insistito – rappresenta l’inizio di una nuova stagione per la diplomazia inclusiva: non più solo eventi di testimonianza, ma laboratori concreti di cooperazione, in cui università, istituzioni, associazioni e comunità lavorano insieme per trasformare il dialogo in pratiche quotidiane.

Giovani e seconde generazioni al centro dell’impegno delle associazioni e dei movimenti del Prof. Aodi
«Per quanto riguarda gli studenti, nel mio discorso di apertura con l’ambasciatrice turca e con l’ambasciatrice serba, ho illustrato le fasi dell’immigrazione degli studenti in Italia, suddivise in quattro parti. Bisogna interagire di più con i giovani. Ci ha fatto molto piacere vedere la sala gremita, con oltre 200 partecipanti, tra cui 80 diplomatici e 20 ambasciatrici.
È stato un confronto molto positivo tra moderatori, relatori, ambasciatrici e studenti, che hanno posto domande puntuali, generando un dibattito vivo e costruttivo. Dal 2000, anno di nascita dell’AMSI, per noi, le nostre associazioni e i nostri movimenti, è iniziata una nuova stagione: dopo 25 anni siamo ancora in prima linea su tutti i settori – sanità, immigrazione, politica estera e cooperazione internazionale. È un bagaglio importante, che oggi ci impone di valorizzare le buone pratiche e rafforzare, nel mio ruolo di rappresentante della cooperazione internazionale e del dialogo interculturale di WAI, l’azione comune insieme a tutte le nostre associazioni.


Abbiamo rinnovato i movimenti, rafforzato le strutture e puntiamo ora a un maggiore coinvolgimento delle nuove e seconde generazioni, con il contributo di Nadir Aodi, Coordinatore del Dipartimento Podologo e del Dipartimento Gioventù e Nuove Generazioni di Uniti per Unire e AMSI. Un lavoro condiviso con Wafaa Nahhas, Presidente dell’Unione Internazionale Arabi del 48, con la sua ampia delegazione, con la Co-mai guidata dal Presidente Kamel Belaitouche e dal Vice Presidente Daoudi Tilouani, oltre che con gli studenti del Vietnam, della LUISS e tanti altri giovani che hanno partecipato.
È emerso con chiarezza che bisogna sempre parlare a nome di tutti i continenti, e non di un solo Paese, non di una sola religione, non di una sola cultura. La ricetta proposta dall’AMSI nel 2000 si è dimostrata vincente allora e lo è ancora oggi: l’unica strada resta parlare a nome di tutti, a 360 gradi, includendo Paesi, continenti, religioni e culture, con al centro la gioventù e le seconde generazioni».
Il valore del confronto per gli studenti stranieri.

Un laboratorio vivo di diplomazia giovanile
Carlo Palumbo Vice Segretario Nazionale WAI e Coordinatore del Dipartimento Studenti Internazionali AMSI e del Movimento Uniti per Unire ha dichiarato:
“Questo convegno conferma che le nuove generazioni vogliono parlare, essere ascoltate e costruire ponti tra culture. Non è stato solo un dibattito, ma un laboratorio vivo in cui esperienze personali e visioni future si sono intrecciate. Per WAI e per Movimento Uniti per Unire il percorso continua.

Nei prossimi mesi attiveremo:
1 la pubblicazione degli Atti ufficiali sul sito di Welcome Association Italy, in cui saranno raccolte tutte le relazioni e testimonianze presentate;
2 una campagna nazionale nelle università italiane, per promuovere workshop e momenti di formazione su diplomazia, diritti e partecipazione tra i giovani;
3 progetti pilota di mentoring tra diplomazia e studenti internazionali, per favorire l’inclusione attiva e la rappresentanza culturale nelle istituzioni.”

Kamel Belaitouche, Presidente Co-mai, Comunità del Mondo Arabo in Italia e Coordinatore Organizzativo del Movimento Uniti per Unire insieme a Daoudi Tilouani, hanno sottolineato come l’evento abbia rappresentato per la comunità studentesca di origine straniera un’occasione determinante di crescita. Giovani provenienti da diversi Paesi hanno potuto scambiarsi esperienze e riflessioni, rafforzando la propria apertura al dialogo interculturale e intergenerazionale. “Il futuro si costruisce con la comprensione reciproca e con il riconoscimento delle differenze come valore”.

Un messaggio congiunto per il futuro
Nelle conclusioni condivise, Foad Aodi e Carlo Palumbo hanno ribadito che Roma, per un giorno, è diventata la capitale della diplomazia inclusiva. L’impegno ora è dare continuità: rafforzare la voce degli studenti, promuovere la cooperazione internazionale e consolidare un modello di dialogo tra culture e generazioni. “Dialogo, partecipazione e responsabilità – hanno sottolineato – non sono slogan, ma strumenti concreti per costruire società più giuste, inclusive e capaci di guardare al futuro”.

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