Londra. Alta Corte concede a Julian Assange l’appello contro l’estradizione in Usa

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Se ad Assange fosse stato negato il permesso di ricorrere in appello, avrebbe potuto essere estradato in pochi giorni per affrontare le accuse di spionaggio negli Stati Uniti.

I pubblici ministeri statunitensi stanno cercando di processare Assange, 52 anni, per 18 capi d’imputazione, tutti tranne uno ai sensi dell’Espionage Act, per il rilascio di alto profilo da parte di WikiLeaks di documenti militari e dispacci diplomatici riservati degli Stati Uniti.

Nel corso di un’udienza durata due giorni, i suoi avvocati hanno sostenuto che le accuse, relative alla pubblicazione da parte di Assange e WikiLeaks di migliaia di documenti riservati e diplomatici legati alle guerre in Afghanistan e Iraq, erano politicamente motivate e che la richiesta di estradizione era illegale.

La Corte ha dato alle autorità americane la possibilità di fornire “garanzie soddisfacenti” sulla questione se potesse fare affidamento sul primo emendamento della Costituzione americana e se potesse essere punito con la pena di morte.

Se tali assicurazioni non verranno fornite, allora ad Assange verrà concesso il permesso di ricorrere in appello. Una nuova udienza è stata fissata per il 20 maggio.
Gli Stati Uniti sostengono che le rivelazioni di WikiLeaks hanno messo in pericolo la vita dei loro agenti e non c’erano scuse per la sua criminalità.
I numerosi sostenitori di Assange lo acclamano come un eroe anti-establishment che viene perseguitato, nonostante sia un giornalista, per aver denunciato le malefatte e i presunti crimini di guerra degli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti nel frattempo hanno affermato che Assange è stato accusato di aver pubblicato “indiscriminatamente e consapevolmente” i nomi delle fonti e non le sue opinioni politiche.
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