AgenPress. Una notte di follia all’interno del carcere di Valle Armea: tre detenuti hanno dato il via a una violenta protesta culminata con l’aggressione di otto agenti della Polizia Penitenziaria, uno dei quali sfregiato al volto con una lametta. Un episodio gravissimo che riporta al centro dell’attenzione il crescente stato di emergenza delle strutture penitenziarie liguri.
A denunciare quanto accaduto è Gaetano Ferrara, Segretario Regionale del Si.N.A.P.Pe:
«Non possiamo più restare in silenzio di fronte a un sistema che sta crollando su se stesso. La tensione dentro il carcere di Sanremo è da tempo fuori controllo, e i poliziotti penitenziari continuano a essere l’unico argine contro la violenza. Ma da soli non ce la fanno più. Servono decisioni politiche serie e immediate».
Secondo quanto ricostruito, i tre detenuti – presumibilmente in stato di alterazione dopo aver ingerito una miscela alcolica rudimentale prodotta in cella – hanno aggredito il personale durante la notte. Solo la prontezza degli agenti ha evitato che la situazione degenerasse ulteriormente.
«Non è più accettabile che la sicurezza negli istituti sia affidata solo alla professionalità degli uomini in divisa», incalza Ferrara.
«È necessario alleggerire il carico detentivo e rivedere il regime aperto. La Liguria deve avere un Provveditorato autonomo in grado di rispondere in modo tempestivo e diretto alle criticità regionali».
Sulla stessa linea il Segretario Generale del Si.N.A.P.Pe, Dott. Roberto Santini, che sottolinea la gravità della situazione:
«Chi colpisce un poliziotto colpisce lo Stato. È dovere delle istituzioni garantire condizioni di lavoro sicure. Quanto accaduto a Sanremo non è un fatto isolato, ma il sintomo di un sistema penitenziario ormai saturo e pericoloso. Chiediamo interventi urgenti e strutturali».
Santini rilancia anche la richiesta di dotazione di uno spray al peperoncino a getto balistico visto che non è possibile l’utilizzo del Taser per il Corpo di Polizia Penitenziaria:
«È il momento di dire basta alle aggressioni gratuite. La Polizia Penitenziaria merita tutele reali. Lo spray al peperoncino a getto balistico può rappresentare uno strumento di dissuasione importante. Va superata la logica di un carcere aperto e senza controllo: servono uomini, mezzi, e un ripensamento radicale della gestione della sicurezza».
Il Si.N.A.P.Pe conclude annunciando che, in assenza di risposte concrete, valuterà ogni forma di mobilitazione a tutela del personale.
«Non permetteremo che l’inerzia continui a mettere a rischio la vita dei nostri colleghi», concludono Ferrara e Santini.