AgenPress. Il campo nel quale abbiamo dimostrato di voler stare in questi ormai quasi tre anni alla guida della Nazione non è il campo delle ideologie, non è il campo delle utopie, non è il campo di chi pensa che sia possibile modellare la realtà sulla base delle proprie convinzioni. Il campo che abbiamo scelto è il campo del reale, perché come ci ha insegnato Jean Guitton “mille miliardi di idee non valgono una sola persona. Noi dobbiamo amare le persone, è per loro che bisogna vivere e morire”. Questo è il campo nel quale intendiamo giocare, mettendo nelle nostre decisioni quella umanità, quella concretezza che solo chi non perde il contatto con il mondo reale può dimostrare.
In questi quasi tre anni abbiamo provato a portare i nostri “mattoni nuovi”, abbiamo portato mattoni nuovi nella postura internazionale dell’Italia. Voi sapete quante energie io abbia personalmente speso a quella che considero una missione. E quella missione è fare in modo che l’Italia si riappropri del posto che le spetta nel mondo. Forte, fiera. schietta, leale, in una parola: autorevole. E oggi sono fiera che l’Italia venga vista così a livello internazionale, che non venga più considerata la grande malata d’Europa, ma addirittura un modello di stabilità, di serietà di Governo, che gli investitori internazionali ci considerino una Nazione sicura, tanto che ormai i tassi di interesse che paghiamo sul nostro debito sono in linea con quelli che si pagano in una Nazione come la Francia, che le istituzioni comunitarie certifichino che l’Italia è la prima in Europa per l’attuazione del PNRR o che la stampa internazionale, che non è mai stata particolarmente benevola verso di noi, sia portata spesso a considerarci un ‘anomalia positiva.
Potrei ricordare i tanti profeti di sventura che indicavano proprio nella politica estera l’eventuale tallone di Achille di un governo Meloni, ma non mi interessa questo, mi interessa piuttosto che molti di loro abbiano dovuto fare i conti con una realtà diversa e posso solo augurarmi che in cuor loro siano tutti contenti di essersi sbagliati. E spero, e però dobbiamo anche essere onesti, e allora a dire la verità non è merito mio o del Governo se l’Italia è considerata oggi una protagonista. Noi non abbiamo fatto altro che essere consapevoli di quello che rappresentavamo. della grande Nazione che abbiamo l’onore di guidare. Questa consapevolezza è l’unica vera differenza con il passato e questa consapevolezza la portiamo su tutti i tavoli, a partire da quelli relativi alle gravissime crisi internazionali che stiamo vivendo.