“Un altro infermiere ucciso, oltre 20.000 bambini tra le vittime. Fermate questo massacro! Non possiamo più tollerare il silenzio internazionale mentre a Gaza muoiono bambini, donne, professionisti della salute e giornalisti” Dichiara il presidente di AMSI, UMEM, Uniti per Unire, nonché presidente onorario e fondatore di Co-mai. “
Serve subito un cessate il fuoco e l’apertura di corridoi sanitari per salvare vite umane ed aprire di più gli ospedali italiani ed europei ai bambini palestinesi”
AgenPress. Il 16 settembre 2025 Gaza ha perso un altro dei suoi eroi silenziosi: Hussein Alnajjar, giovane infermiere padre di tre figli. Colpito da un bombardamento vicino alla sua tenda, è morto dopo cinque giorni di agonia. Nello stesso attacco sono rimasti feriti la cognata e il nipote.
Il sacrificio dei professionisti sanitari
«Hussein non è solo una vittima in più – sottolinea il Prof. Foad Aodi, ma il simbolo del sacrificio di migliaia di colleghi che hanno pagato con la vita la loro dedizione. A Gaza 1.600 tra medici, professionisti sanitari e soccorritori assassinati. Molti non muoiono soltanto sotto le bombe: crollano per fame, mancanza di cure, o a causa delle stesse malattie che cercano di combattere senza strumenti né medicinali».
Una sanità al collasso
Secondo le indagini di AMSI, UMEM e Co-mai, il 95% degli ospedali e delle strutture sanitarie di Gaza è fuori uso. Chi resiste, lo fa senza elettricità, farmaci e attrezzature, spesso al buio e senza carburante per i generatori.
«È un disastro umanitario senza precedenti – continua Aodi – e mette a rischio la sopravvivenza di un’intera popolazione. Ogni ora che passa senza un cessate il fuoco equivale a nuove vite spezzate».
Rischio pandemia e nuove emergenze sanitarie a Gaza
«Oltre alla devastazione causata dalle bombe – avverte il Prof. Foad Aodi, a Gaza cresce il rischio di una vera e propria pandemia. I cadaveri restano per le strade e sotto le macerie, i bambini continuano a morire per fame e mancanza di cure. Senza elettricità, acqua potabile, farmaci e ospedali funzionanti, le malattie infettive sono aumentate del 53% e possono ancora dilagare rapidamente e trasformarsi in una nuova catastrofe sanitaria oltre quella umanitaria visto i più di 500 mila palestinese che hanno lasciato la città di Gaza in questi giorni sotto i bombardamenti».
Il prezzo umano: bambini, donne e giornalisti
Le vittime totali superano ormai le 64.000 persone, tra cui oltre 20.000 bambini.
Sono stati uccisi anche 280 giornalisti in 22 mesi di guerra: un tributo altissimo pagato da chi racconta la verità.
«Un prezzo inaccettabile – commenta Aodi – che mostra come a Gaza nessuno sia più al sicuro: né civili, né chi presta soccorso, né chi documenta i fatti».
Appello alle istituzioni mondiali
«Chiediamo alle Nazioni Unite, all’Unione Europea, al Vaticano, al Governo italiano e a tutte le potenze internazionali – conclude Aodi – di non voltarsi dall’altra parte. Servono subito:
• un cessate il fuoco immediato e duraturo,
• l’apertura di corridoi sanitari sicuri,
• il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario.
«Un sincero ringraziamento va alla FNOMCeO, alla Federazione nazionale e a quella del Lazio dei giornalisti, insieme a sindacati, forze politiche e società civile, per il sostegno costante ai professionisti della sanità, agli operatori dell’informazione e ai civili palestinesi, in particolare ai bambini. Un impegno che si esprime con dichiarazioni di tutela, appelli al dialogo e alla pace, e con l’invito continuo a garantire aiuti e strumenti di protezione a chi opera a Gaza in condizioni disumane. Fermiamo questo massacro, uniti, prima che sia troppo tardi».
DATI UFFICIALI – AMSI, UMEM, CO-MAI, AISC NEWS, UNITI PER UNIRE
• Medici /professionisti sanitari/soccorritori uccisi: 1.600
• Ospedali e strutture sanitarie fuori uso: 95%
• Giornalisti uccisi: 280
• Vittime totali: oltre 64.000
• Bambini uccisi: oltre 20.000
