Aodi (AMSI-UMEM): Riforma professioni sanitarie, apprezziamo gli sforzi del Governo. Ma c’è ancora tanto da fare, diagnosi e cura spettano al medico

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AgenPress. La riforma delle professioni sanitarie entra nella fase decisiva: dopo il via libera del Consiglio dei Ministri e la firma del Presidente della Repubblica, il disegno di legge approda in Parlamento e apre un percorso che, entro il 2026, ridisegnerà competenze, responsabilità, formazione e governance del personale sanitario.

Il commento del Prof. Aodi. «Apprezziamo lo sforzo di riforma, ma servono coraggio, ascolto e decreti attuativi chiari: senza professionisti non c’è sanità»
«Accogliamo con rispetto e senso di responsabilità l’avvio della riforma delle professioni sanitarie: è un intervento necessario, atteso da anni e che finalmente entra in una fase concreta.
Apprezziamo gli sforzi del Governo, che ha scelto di affrontare un nodo strutturale del Servizio sanitario nazionale», dichiara Aodi.
«C’è ancora tantissimo da fare: tutela dei professionisti italiani e stranieri = tutela dei pazienti»
«C’è ancora molto, moltissimo da fare.
Il nostro leitmotiv da quando è nata AMSI, da 25 anni, è sempre lo stesso:
tutelare i professionisti sanitari – italiani e di origine straniera – significa tutelare la qualità delle cure dei cittadini.
Non ci sono categorie contrapposte, ma un’unica comunità professionale», prosegue Aodi.
«Dialogo interprofessionale, non muri: il futuro della sanità è nella collaborazione e nelle competenze certificate»
«Chiediamo che la riforma rafforzi realmente il dialogo interprofessionale, non innalzi nuovi muri.
Sanità moderna significa integrazione, team multidisciplinari, nuove competenze certificate, formazione aggiornata e percorsi chiari», sottolinea.

Analisi AMSI–UMEM–UNITI PER UNIRE–AISC_NEWS
1. Una riforma ampia, che entra nel vivo entro il 31 dicembre 2026
La delega al Governo prevede uno o più decreti legislativi entro il 31 dicembre 2026.
L’obiettivo è aggiornare ruoli e funzioni, superare norme ormai datate, consolidare un sistema coerente con i bisogni reali della popolazione e con l’evoluzione clinica e tecnologica.
2. Competenze, innovazione e Agenas come regia nazionale
Il testo affida ad Agenas la costruzione di un sistema nazionale per la mappatura e l’aggiornamento delle competenze professionali, in chiave di sanità digitale, IA, medicina territoriale e integrazione ospedale–territorio.
3. Formazione da ridisegnare
Tra gli elementi chiave:
• nuovi percorsi per la medicina generale;
• rafforzamento delle scuole di specializzazione;
• valorizzazione dei profili tecnico-sanitari e delle professioni scientifiche (chimici, biologi, odontoiatri);
• revisione dei criteri di accesso e dei fabbisogni.
4. Ordini professionali e governance
La riforma interviene sulla Legge 3/2018 con l’obiettivo di rendere gli Ordini più rappresentativi, trasparenti, efficienti e realmente sussidiari allo Stato.
5. Responsabilità professionale, una svolta attesa
La riscrittura dell’articolo 590-sexies introduce criteri più equi per valutare la condotta del professionista, limitando la responsabilità penale ai casi di colpa grave quando si seguono linee guida e buone pratiche.
Vengono integrati fattori reali: complessità dei casi, condizioni operative, risorse disponibili, lavoro in team multidisciplinare.
6. Una riforma che può cambiare il futuro, ma dipende dai decreti attuativi
Il disegno di legge non comporta nuovi oneri finanziari: per questo la qualità dei decreti attuativi, la collaborazione con regioni, università, ordini, sindacati e associazioni scientifiche sarà decisiva.

Il ruolo centrale del medico e la collaborazione interprofessionale: “Rispetto dei ruoli, dialogo e formazione di qualità”
«Da 25 anni ribadiamo che diagnosi e cura spettano al medico. Questo principio non è negoziabile e non deve essere indebolito: fa parte della sicurezza dei pazienti e della responsabilità clinica», afferma Aodi.
«Al tempo stesso, bisogna intensificare la collaborazione interprofessionale e il rispetto reciproco, ognuno nel suo ruolo. Solo così si costruisce un sistema solido, moderno e realmente orientato al paziente», prosegue.
«La medicina difensiva non riguarda solo i medici, ma tutti i professionisti della sanità. Per questo chiediamo di garantire più corsi ECM gratuiti, accessibili e di qualità per tutti, senza disparità».
Ordini professionali: servono partecipazione, trasparenza e rappresentanza reale
Aodi richiama inoltre la necessità di una riforma che coinvolga davvero tutti gli iscritti agli albi professionali.
«Non è possibile che le votazioni coinvolgano appena il 5% degli iscritti. Questo genera la percezione – spesso fondata – che molti non si sentano rappresentati da chi viene eletto solo da una minoranza ristrettissima, con percentuali di voto interne che in alcuni casi arrivano al 90% per la lista vincente», osserva.
«Gli Ordini devono avere un ruolo molto più ampio: non solo corsi ECM o procedimenti disciplinari, ma un vero dialogo con tutti gli iscritti, non soltanto con chi appartiene alla lista eletta. Servono comunicazione, newsletter, formazione, informazione per tutti gli iscritti e non solo per pochi.
Altrimenti gli Ordini rischiano di diventare una casa per pochi».
AMSI e Uniti per Unire: un modello unico in Europa
«Da anni crediamo nella collaborazione interprofessionale.
Per questo con AMSI, che riunisce tutti i professionisti della sanità di origine straniera, e con il Movimento Internazionale Uniti per Unire, che coinvolge il mondo delle professioni non solo sanitarie, abbiamo creato realtà uniche in Europa», aggiunge Aodi.
«Sono un laboratorio permanente di ricerca, analisi, statistiche e collaborazione costruttiva. Ogni giorno proponiamo soluzioni concrete alle criticità del sistema, senza contrapposizioni e senza muri».

Aodi: “No alla medicina difensiva, sì alla sicurezza delle cure e dei professionisti”
«Accogliamo con favore la parte sulla responsabilità professionale, che finalmente punta a ridurre la medicina difensiva e a tutelare chi opera in condizioni difficili.
La sicurezza dei professionisti è la prima garanzia della sicurezza dei pazienti», evidenzia Aodi.

Conclusioni del Prof. Aodi. «Lavoriamo insieme: professionisti al centro, qualità delle cure al centro. Le riforme funzionano solo se coinvolgono chi lavora sul campo. E’ questo il principio di azione di AMSI sin dalla sua origine».
«Saremo collaborativi e costruttivi, come sempre.
Chiediamo ascolto, trasparenza e coinvolgimento reale dei professionisti e delle loro rappresentanze.
Una riforma fatta senza chi lavora sul campo rischia di restare sulla carta.
Una riforma fatta con i professionisti può davvero rilanciare il Ssn», conclude Aodi.

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