AgenPress. Oggi Forza Italia è marginale. Sono passati ventisette anni dalla discesa in campo di Berlusconi. Dal 1994 al 2018 la coalizione di centrodestra si è formata al traino del successo di Forza Italia, e del Pdl che ne fu il rilancio.
Nelle elezioni politiche del 2018 la lista azzurra fu sorpassata dalla Lega, e di lì è iniziato un declino costante, fino alle percentuali a una sola cifra delle elezioni e dei sondaggi successivi. Da amico ed alleato fedele di Berlusconi, sento il dovere di dire con sincerità la mia opinione: Forza Italia è finita.
Eppure Forza Italia ha ancora un grande avvenire, a patto di tornare ciò che fu per Berlusconi: la lista del premier, il comitato elettorale del talento da proporre agli italiani come il depositario di un progetto di governo del Paese.
Forza Italia non è mai stata un partito, ma l’estensione della corte rinascimentale di un principe visionario, colto, munifico, solare: Silvio Berlusconi. Le liste di Forza Italia venivano composte da Silvio, sulla base di ragioni che solo lui vedeva, e che venivano sempre premiate dai risultati elettorali. In sostanza Forza Italia è stata una grande lista civica a sostegno di un candidato premier amato e popolarissimo.
Oggi Berlusconi è amato anche dagli avversari, ma non è più il candidato premier del centrodestra. Potrà essere capo dello Stato, ministro degli Esteri, segretario generale dell’Onu, ma candidato premier no.
A Forza Italia manca un candidato premier, un volto su cui chiamare alla conta gli italiani che non sono di destra né di sinistra, cioè la maggioranza.
Per Forza Italia si può aprire una nuova stagione di successi, solo a volerlo, solo a crederci. Per dirla con Terzani, la fine è il suo inizio.
E’ quanto dichiara, in una nota, l’On Rotondi vice capo gruppo di Forza Italia alla Camera e Presidente della fondazione Dc.
