AgenPress – John ha 45 anni e lavora come fotografo, è partito da Hong Kong per arruolarsi nella stagione straniera in Ucraina, perché “la Russia è come la Cina e la libertà va difesa ovunque”.
E così ha lasciato Hong Kong per combattere, convinto che altri suoi concittadini abbiano già imbracciato i kalashnikov contro le colonne russe.
“E altri dovranno farlo, perché in qualche modo è anche la nostra causa, si tratta dello stesso asse di oppressori”, ha aggiunto ricordando “la libertà è calpestata dall’altro gigante gemello che è la Cina, che appoggia Putin. A Hong Kong, che un giorno era un luogo di democrazia, non c’è più il diritto di manifestare la propria opinione: il problema è che si tratta di un posto infinitamente più piccolo dell’Ucraina, per questo ci si dimentica di noi”.
Come lui a combattere al fronte ci sarebbero altri cittadini di Hong Kong. E ricorda gli arresti, le repressioni alle manifestazioni, le censure su internet, i social messi fuori uso e la messa al bando di opere cinematografiche. Solo pochi mesi fa le forze di sicurezza cinesi hanno costretto a chiudere il giornale indipendente ‘Stand News’, dopo una retata nelle redazioni della testata, con oltre 200 agenti, fatta dietro l’accusa di “pubblicazione sediziosa”.