AgenPress – Tredici membri hanno votato a favore della risoluzione, compreso il Regno Unito. Gli Stati Uniti e la Russia si sono astenuti piuttosto che usare il loro veto per bloccare l’azione.
Il testo era stato modificato per coinvolgere Washington, rimuovendo l’appello per una cessazione urgente e sostenibile delle ostilità – e chiedendo invece di creare le condizioni per una cessazione urgente e sostenibile.
La Russia si è opposta al cambiamento, affermando che il consiglio essenzialmente darà a Israele completa libertà di movimento per un’ulteriore pulizia della Striscia di Gaza. Mosca ha introdotto un emendamento per ripristinare la formulazione iniziale. Ma gli Stati Uniti hanno bloccato questo tentativo.
L’ambasciatrice degli Emirati Arabi Uniti Lana Nusseibeh ha difeso la risoluzione, pur riconoscendo che non era perfetta.
La risoluzione crea anche un coordinatore per supervisionare un meccanismo delle Nazioni Unite che sarà istituito con l’obiettivo di accelerare e razionalizzare la distribuzione degli aiuti.
Inizialmente Washington temeva che ciò avrebbe tolto il controllo di Israele sul processo di screening, ma la risoluzione chiariva che ciò sarebbe avvenuto in consultazione con tutte le parti interessate.
L’ambasciatore statunitense all’ONU Linda Thomas Greenfield ha spiegato perché gli Stati Uniti si sono ancora astenuti.
“In definitiva, anche se siamo incoraggiati dal fatto che il Consiglio abbia parlato apertamente di questa crisi umanitaria, siamo profondamente delusi – sconvolti, in realtà – dal fatto che, ancora una volta, il Consiglio non sia stato in grado di condannare il terribile attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre”.
Diversi membri hanno sottolineato che, in definitiva, il vero test della risoluzione sarà la sua attuazione sul campo e se riuscirà ad alleviare la catastrofe umanitaria a Gaza, che diventa ogni giorno più disperata.
L’offensiva di Israele è “il vero problema” nella consegna di aiuti alla Striscia di Gaza, afferma il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres.
“Il vero problema è che la modalità con cui Israele conduce questa offensiva sta creando ostacoli alla distribuzione di aiuti umanitari a Gaza. Un cessate il fuoco umanitario è l’unico modo per andare incontro ai disperati bisogni della popolazione di Gaza”.
L’obiettivo della risoluzione è stato quello di concordare un testo che stabilisca quando e come portare maggiori aiuti a Gaza, e quando e come creare le condizioni per porre fine o almeno sospendere i combattimenti. Il disaccordo tra il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) si è concentrato sul ruolo di Israele nel decidere quali aiuti possono arrivare e se chiedere un cessate il fuoco o la cessazione o la sospensione delle ostilità.