Bertinotti: “Taglio dei parlamentari sancirebbe la completa supremazia del Governo sulla rappresentatività”

AgenPress. Il Presidente Fausto Bertinotti è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è Desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus per parlare del Referendum sul taglio dei parlamentari.

Bertinotti per il “no”. “12 costituzionalisti e molti intellettuali hanno firmato appelli per il no al referendum. Il disagio nelle forze politiche che sostengono il “si” è crescente. È evidente che si tratta di un’operazione grossolana e sbagliata. È una sorta di riflesso incondizionata contro il Parlamento. È la coda avvelenata dell’antiparlamentarismo molto alimentato negli ultimi 20 anni. È un attacco al Parlamento. Il Governo ha sempre di più affermato la sua supremazia nei confronti di un Parlamento relegato al ruolo di vassallo. La pandemia è stata una lente di ingrandimento su questo processo di deterioramento del Parlamento.

La decretazione è divenuta sempre più usuale. La governabilità intanto è diventato il mantra di guida. La rappresentanza del Parlamento non conta più, conta solo chi governa. Conta di più costruire delle alleanze per andare al Governo piuttosto che presentare programmi. Il Parlamento è diventato una variabile dipendente dal primato del Governo. L’opposizione a questa ultima legge è la messa in luce di una tendenza che andrebbe rimessa in discussione. Avremmo bisogno di democrazia che invece ci viene depredata. Non a caso oggi i Governi sono praticamente tutti uguali, gli scontri politici sono di bandiera”.

La supremazia dei capi di partito. “Nel ciclo precedente i partiti erano delle organizzazioni democratiche, oggi sono largamente personalizzati. Riducendo il numero dei parlamentari aumenta la discrezionalità del potere del leader su chi verrà eletto in Parlamento.

Confindustria. “Ho letto con inquietudine l’intervista del Presidente della Confindustria che ha attaccato il Governo, uno che tiene 10 milioni di persone senza rinnovo del contratto. Quello che viene chiesto è un Governo più decisionista e un coinvolgimento nelle scelte. Il punto drammatico della democrazia è che scompare il suo valore fondativo, ovvero l’opposizione, la critica nei confronti del Governo.

Giuseppe Conte. “Questo sistema di formazione delle alleanze è una malattia. La tendenza neo autoritaria degli ultimi 25 anni con la pandemia si è accentuata in tutti i Paesi. Lo stato di emergenza rappresenta una eccezione. Progressivamente il concetto di regola ed eccezione si sono confusi e l’eccezione e la regola si sono naturalizzati. Così si svuota la democrazia, viviamo in una democrazia apparente senza vita reale”.

Bipolarismo Prodi – Berlusconi. “Fu lì che cominciò il processo di degenerazione. Loro rappresentavano due idee diverse di società ma il dibattito virò su pro Berlusconi e anti berlusconismo. E le idee allora evaporarono. Si polemizzava con me perché andavo nelle tv di Berlusconi e secondo qualcuno Berlusconi lo faceva così guadagna voti. Nella dimensione del centrosinistra siccome si era sostituito al confronto programmatico lo scontro con Berlusconi, quelli che volevano uno scontro programmatico venivano accusati di connivenza con il nemico. Se io dicevo che bisogna introdurre la patrimoniale, cosa che penso ancora desso, mi dicevano che avanzavo una rivendicazione che favoriva Berlusconi”.

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