Bonus-Covid. Paragone. Adesso basta: vogliamo i nomi dei “furbetti dei 600 euro”

AgenPress – Li chiamano “furbetti de bonus” sui social network e negli articoli di giornale. Ma la definizione, per i parlamentari che hanno avanzato richiesta per usufruire del sostegno di 600 euro previsto dai decreti Cura Italia e Rilancio, dovrebbe essere molto più dura e molto più volgare. Una vergogna che oltre ai 5 deputati (3 della Lega, 1 del Movimento Cinque Stelle e 1 di Italia Viva) vede coinvolti anche duemila politici locali, una lista lunghissima che comprende sindaci, consiglieri regionali, assessori e chi più ne ha più ne metta. E sulla quale vige ancora un’omertà, mascherata sotto l’etichetta di “rispetto della privacy”, che impedisce ancora di rivelare i nomi dei protagonisti della vicenda.

Bonus-Covid, adesso basta: vogliamo i nomi dei "furbetti dei 600 euro"

Il rischio, concreto, è che alla fine i cinque interessati riescano persino a passarla liscia. Senza assumersi la responsabilità di un gesto odioso, reso intollerabile dal momento di gravissima difficoltà economica in cui versano migliaia di famiglie italiane a causa della crisi figlia della pandemia. I leader dei vari partiti si sono subito barricati dietro posizioni nette, e non poteva essere altrimenti. Roberto Fico del M5S ha invitato i colpevoli a chiedere scusa ai cittadini, Michele Bordo del Pd li ha definiti “inqualificabili”, Giorgia Meloni ha parlato di “squallore”, da Forza Italia altri inviti a uscire allo scoperto. E via dicendo, con un Matteo Salvini visibilmente imbarazzato (i leghisti coinvolti sono ben 3) passato gradualmente dalle “dimissioni” dei furbetti del Carroccio a un più morbido “sospensioni”. Segno che nel partito l’asticella della tensione è pericolosamente schizzata verso l’alto.

Bonus-Covid, adesso basta: vogliamo i nomi dei "furbetti dei 600 euro"

Resta un concetto di fondo, intorno al quale troppi politici continuano a girare senza farlo proprio: i cittadini hanno il diritto di sapere chi usufruisce di soldi pubblici. Un obbligo di trasparenza che deve prevalere sul diritto alla riservatezza, visto che l’interesse pubblico nel conoscere i nomi dei “furbetti del bonus” è evidente. Le generalità delle persone coinvolte vanno rese note, senza esitare. In questo senso si è già mosso il senatore Gianluigi Paragone, annunciando la presentazione di un’interrogazione scritta al ministro dell’Economia Gualtieri e a quello del Lavoro Catalfo per chiedere che il presidente dell’Inps sollevi finalmente il sipario su quanto accaduto.

Bonus-Covid, adesso basta: vogliamo i nomi dei "furbetti dei 600 euro"

In tutto questo, a far arrabbiare è anche la linea difensiva che già si intravede all’orizzonte, sostenuta da alcuni parlamentari che, per coprire i colleghi rei di un gesto così ripugnante: “Magari i diretti interessati non sapevano nulla e sono stati i loro commercialisti, senza avvisarli, a fare domanda per ricevere il bonus messo in campo dal governo”. Una tesi talmente patetica che, francamente, non va nemmeno commentata. Fonte, ilparagone.it

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