Agenpress – “Si profila una crisi economica e sociale drammatica, con un aumento della povertà e delle disuguaglianze: l’allarme rosso sta suonando, nessuno domani potrà dire di non averlo sentito. Gli alibi sono finiti per tutti. Conte ha chiesto scusa per i ritardi e ha fatto bene. Ma non è questo il momento delle critiche a chi guida. L’Italia deve andare unita in Europa”.
Così l’ex premier Enrico Letta, sottolineando come “purtroppo la politica non è lacerata, è proprio a coriandoli. Non sembra capire che la crisi economica potrebbe anche provocare un malessere sociale profondissimo. L’opinione pubblica è spaventata”.
“Non c’è un girone di ritorno, il futuro dell’Italia ce lo giochiamo adesso, dobbiamo fare come la Nazionale dell’82, quando Tardelli, Scirea, Zoff e Bearzot fecero un patto: mettiamo a parte le rivalità, silenzio stampa e andiamo a testa bassa contro gli avversari. Può finire male, oppure può finire che il “mondiale” lo vinciamo noi, come quella volta. Mi fa piacere che un protagonista di lungo corso come Silvio Berlusconi lo abbia capito. Chi sfascia il paese oggi non può candidarsi a guidarlo domani”.
“La classe dirigente italiana, in primo luogo la politica, non mi sembra avere la consapevolezza sufficiente del disastro che ci si prepara. Non è come il 2011: è molto peggio. Stavolta l’immagine che sta davanti a nostri occhi è quella dell’abisso che ci può inghiottire. Una classe dirigente all’altezza deve sapere che stavolta non ne usciamo senza uno sforzo di unità e solidarietà, anzitutto al nostro interno”.